Aumentano i casi di “cellular addiction” e i casi di attacchi di panico dovuti alla mancanza momentanea del telefonino.
Il cellulare è entrato nella vita di tutti i giorni. Lo accendiamo appena svegli, controlliamo meticolosamente se ci sono chiamate o messaggini, stiamo attenti al livello della batteria e a volte non lo spegnamo neanche quando andiamo a dormire.
La potenziale pericolosità di questi comportamenti è da tempo conosciuta e monitorata dagli psicologi. L’abuso del telefonino può portare all’insorgere di significativi fenomeni d’ansia.
Attualmente è stato dimostrato che il cellulare è significativamente correlato con attacchi di panico. Da un’analisi della psicoterapeuta Paola Vinciguerra, direttore dell'Unità italiana attacchi di panico presso la Clinica Paideia di Roma, è emerso che in circa 500 pazienti che soffrono di DAP (Disturbo di Attacco di Panico), almeno la metà dei casi di attacchi di panico siano legati alla dipendenza da cellulare.
Sviluppare una vera e propria addiction con il cellulare è un rischio per tantissime persone. Il cellulare può essere considerato uno psicofarmaco, poiché copre le ansie e le paure. Se viene a mancare “per esempio perchè è scarico o ci sono problemi di rete, - spiega la Vinciguerra - le ansie riaffiorano violentemente creandoci un malessere che se non individuato e affrontato può tramutarsi negli anni in DAP, Disturbo di Attacco di Panico”.
Riflettere sul rapporto che si è sviluppato con questo medium, con questo mezzo comunicativo, può essere un primo passo per riabilitarlo come semplice medium. Un consiglio: provare a stare senza cellulare almeno un giorno la settimana.
Se vuoi leggere altri articoli riguardanti la “cellular addiction” : “Dipendenza da cellulare: stime allarmanti”
foto by yellowlightmen
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