domenica 27 aprile 2008

LA GELOSIA DIMINUISCE CON L'ALTEZZA

La rivista Evolution and Human Behaviour riporta una curiosa ricerca condotta dalle Università di Groeningen e Valencia secondo la quale uomini e donne bassi sono più gelosi di altri con altezza maggiore.

La gelosia e l’invidia sembrano essere inversamente proporzionali all’aumeno di statura. Lo studio ha coinvolto 549 persone di ambo i sessi di nazionalità spagnola ed olandese.

I risultati hanno mostrato che gli uomini bassi temono di più i propri simili in amore, mentre un’altezza più elevata li fa sentire più sicuri e meno gelosi anche di fronte ad uomini maggiormente attraenti o con disponibilità economica maggiore.
Le donne invece provano invidia verso le altre possibili partner se la loro altezza rientra nella media, mentre se sono più basse si percepiscono come meno attraenti e divengono altamente gelose.

Le cause di queste percezioni soggettive deriverebbero da cause filogenetiche: uomini e donne in egual misura temono le persone più alte perché associano questuata caratteristica con maggiori capacità fisiche e maggiore forza, ma anche con tratti di personalità dominanti, tanto più se occupano posizioni sociali di rilievo.

In passato uno studio simile aveva condotto a risultati analoghi, associando tratti positivi alla statura: gli uomini alti erano educati, mentre le donne medio-alte presentavano maggiore salute e fertilità e migliori relazioni sentimentali con il proprio partner.

Foto by gettyimages

mercoledì 2 aprile 2008

L'INFLUENZA DEI BRAND


I brand influenzano il comportamente. Una ricerca, pubblicata sul ‘Journal of Consumer research’ svela come la “Apple” fa ragionare in modo più creativo.

Il nostro comportamento e le nostre modalità di pensiero risultano fortemente influenzate dai marchi dei prodotti. E’ la conclusione a cui sono giunti i ricercatori della Duke University. La ricerca ‘Effetti automatici dell’esposizione cerebrale su comportamenti motivati: come “Apple” ti fa pensare diversamente’, condotta da Fitzsimons, Fitzsimons e Chartrand , il pensiero creativo sarebbe facilitato dalla visione, a livello subliminale, di alcuni marchi.

L’esperimento ha coinvolto 341 studenti universitari, convinti di partecipare ad un test della vista. Inizialmente osservavano delle immagini in cui venivano proiettati a livello subliminale (rapidissimi flash) i loghi di marchi, in seguito venivano invitati a compilare test sulla creatività. Dall’analisi dei risultati è emerso che il marchi influenza le persone determinando un comportamento in linea con il messaggio di cui è portatore il brand. E’ interessante notare che le persone non pervenivano alla consapevolezza del marchio, poiché non ricordavano di averlo visto.

L’analisi è stata condotta in particolare contrapponendo marchi in concorrenza tra loro. Per esempio tra “Apple” (Mac) e IBM, entrambe aziende con marchi ben chiari e conosciuti, la prima inciderebbe in modo positivo sulla creatività. “La Apple ha lavorato per anni ad un'immagine associata al non-conformismo, all'innovazione e alla creatività, mentre l'IBM è vista come simbolo di tradizione, di affidabilità, di brillantezza e responsabilità”, spiega Tanya Chartrand.

La ricerca è interessante innanzitutto perché è la prima volta che si ottengono influenze sul comportamento dall’esposizione subliminale ad un marchio e conseguentemente per l’attenzione che ora sarebbe lecito porre sull’influenza dei brand su di noi!


foto by flickrich