Gli atti delle VIII Giornate psichiatriche che si sono svolte recentement ad Ascoli evidenziano l’attuale persistenza del divario tra psicologia e psichiatria. Interesse per corpo e mente, per due realtà distinte dall’immaterialità o meno del proprio oggetto di interesse non ha più senso di esistere, anche a fronte delle forti correlazioni evidenziate dalla neuuropsicologia. Il paziente vive un solo tempo, che non può ulteriormente frammentarsi in tempi fisici e psichici ma deve trovare nell’integrazione la via per la cura. Un’integrazione che le due scienze contrapposte stentano ancora oggi a realizzare.
Lo psichiatra L. Ferranini ha parlato di ricerca di nuovi equilibri tra una psichiatria “high tech” e una psicologia “high touch”, intendendo con questi termini evidenziare la distanza tra la mera applicazione tecnico-scientifica di strumenti e metodologie di cura e la delicata costruzione di una relazione di cura transferale o comunque fidata. Non devono essere le contrapposizioni tra gli orientamenti un punto di debolezza, bensì di forza per rendere i pazienti consapevoli e compresi sotto tutti gli aspetti.
L’altro tema, su cui si sono incentrati gli interventi, riguardava infatti spazi e tempi dell’intervento di cura, laddove, ancora Ferranini, si vede che lo spazio delle istituzioni e la loro tempistica risulta spesso avulso, alienante e vuoto per il malato.
Di per sé la malattia prevede tempi diversi nel suo evolversi, dall’incipit, alla crisi, alla cronicità e prevede percezioni di tempo differenziate sia per ciascuna di tali fasi, sia per il tipo di diagnosi. Diverso è il malato schizofrenico che vede il tempo come macchina minacciosa, e invece quello maniaco per cui il tempo diventa non-senso in ritorno continuo o in perenne circolo.
È da queste scissioni, interne ed esterne che il soggetto si deve difendere, e per farlo ha necessità di un alleato unito, che non gli faccia vivere tempo interno ed esterno come ulteriormente sfasato per i tempin delle attese, delle cure, degli operatori. Il malato deve trovare aiuto in una realtà compatta e non confrontarsi con uno specchio sfaccettato e incerto come il suo interno,serve che psicologia e psichiatria camminino insieme nell’interesse comune per i pazienti condivisi e per non dare ragione ad un “tale” che sosteneva che corpo e mente fossero divisi.
Per saperne di più: L. Ferrannini, G: Ferrandes, L’ammalarsi del corpo e della mente: spazi e tempi della persona, della malattia e della cura, VIII Giornate psichiatriche ascolane, 2007 Ascoli Piceno
Lo psichiatra L. Ferranini ha parlato di ricerca di nuovi equilibri tra una psichiatria “high tech” e una psicologia “high touch”, intendendo con questi termini evidenziare la distanza tra la mera applicazione tecnico-scientifica di strumenti e metodologie di cura e la delicata costruzione di una relazione di cura transferale o comunque fidata. Non devono essere le contrapposizioni tra gli orientamenti un punto di debolezza, bensì di forza per rendere i pazienti consapevoli e compresi sotto tutti gli aspetti.
L’altro tema, su cui si sono incentrati gli interventi, riguardava infatti spazi e tempi dell’intervento di cura, laddove, ancora Ferranini, si vede che lo spazio delle istituzioni e la loro tempistica risulta spesso avulso, alienante e vuoto per il malato.
Di per sé la malattia prevede tempi diversi nel suo evolversi, dall’incipit, alla crisi, alla cronicità e prevede percezioni di tempo differenziate sia per ciascuna di tali fasi, sia per il tipo di diagnosi. Diverso è il malato schizofrenico che vede il tempo come macchina minacciosa, e invece quello maniaco per cui il tempo diventa non-senso in ritorno continuo o in perenne circolo.
È da queste scissioni, interne ed esterne che il soggetto si deve difendere, e per farlo ha necessità di un alleato unito, che non gli faccia vivere tempo interno ed esterno come ulteriormente sfasato per i tempin delle attese, delle cure, degli operatori. Il malato deve trovare aiuto in una realtà compatta e non confrontarsi con uno specchio sfaccettato e incerto come il suo interno,serve che psicologia e psichiatria camminino insieme nell’interesse comune per i pazienti condivisi e per non dare ragione ad un “tale” che sosteneva che corpo e mente fossero divisi.
Per saperne di più: L. Ferrannini, G: Ferrandes, L’ammalarsi del corpo e della mente: spazi e tempi della persona, della malattia e della cura, VIII Giornate psichiatriche ascolane, 2007 Ascoli Piceno
Foto by piXotropic
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