mercoledì 28 novembre 2007

TECNOLOGIA INTELLIGENTE, ECOLOGICA E SOCIALE

Gartner, società americana di ricerca sulle tecnologie, ha elencato quelle che saranno in futuro le tecnologie di cui non si potrà fare a meno. Un avvertimento per tutte le imprese, internazionali o PMI, a porre crescente attenzione all’innovazione informatica. Un innovazione però, al passo con la persona, che tiene conto delle sue caratteristiche e personalità peculiari. Tutta una questione di psicologia dunque.

Le 10 direttive della nuova innovazione sono state presentate durante il Simposio svoltosi a Cannes ad inizio mese; esse sono:

Comunicazione unificata
il prerequisito necessario per lo sviluppo e il coordinamento delle novità operative consiste in una gestione globale della comunicazione. L’unificazione degli standard è volta a permettere una comunicazione priva di barriere, che svolge il suo percorso in modo diretto e lineare, eliminando le barriere del know-how al di là delle competenze di base. Non soltanto. L’unificazione riguarda anche i canali, che non devono più operare in modi diversi, ma dispiegarsi da subito congiunti.

Ecologia e fattore sociale
Le tecnologie si vestono di verde, diventano rispettose dell’ambiente e dei ritmi naturali, il che vuole anche dire rispetto del sistema uomo. Relativamente all’individuo infatti aumenterà la direzione sociale, ossia uno sviluppo orientato al bene delle comunità su cui tecnologie e sistemi si collocano, ma anche e soprattutto una gestione reticolare e paritaria delle informazioni. In tal modo ciascuno vedrà riconosciute appieno le proprie potenzialità e potrà comunicarle e metterle a disposizione su di un terreno di libera circolazione delle informazioni.

Correlati a questo si collocano sia la

Gestione dei metadati
Ovvero l’integrazione di dati e di fonti diverse nel modo massimamente ottimale

Sia l’aumento dei

Social software
I social software comprendono tutte le espressioni individuali permesse dalla rete e dall condivisione, quali blog, podcast e tutte le applicazioni wiki.

Real word web
Ecco il nuovo nome che andrà a sostituirsi al www. Si intende qui un mondo globale dove virtuale e non sono più distinti ma integrati e dove l’accesso e il movimento delle informazioni è costante e aggiornato in tempo reale.

Il mashup e la virtualizzazione, intese come modalità di acquisizione e rielaborazione dei dati saranno la base di partenza, mentre anche la fabbricazione di pc vedrà un avanzamento in direzione di maggiore economicità a fronte di prestazioni e servizi comunque elevati, dislocati più nella rete che non nel device fisico dell’utente.

Infine il management delle informazioni e dei materiali così creati e scambiati avrà bisogno di nuove figure e nuove regole. Ma se Gartner ritiene che tale gestione sia soprattutto di business, mi sento di dire che sarà importante e fondamentale una negoziazione dei significati, delle modalità e delle nuove riorganizzazioni dei rapporti sociali che soltanto uno psicologo, con le proprie competenze professionali orientate alle relazioni e alla comunicazione, sia pur essa meta-comunicaione, può promuovere e gestire.

Foto by Neri Maria Mengalli

PSYCO-FLASH: PSICOTERAPIA SOCIALE

La psicoterapia si configura come un valido aiuto nei casi di disturbi legati all’ansia, come gli attacchi di panico, le fobie ma anche i disturbi ossessivo-compulsivi, tra cui le disfunzioni alimentari.

Purtroppo molto spesso le sedute sono costose e la terapia è lunga per poter essere intrapresa da coloro che ne abbisognano, a questo proposito, già da qualche anno, stanno crescendo le iniziative quali l’apertura gratuita dei centri in specifiche giornate, o convenzioni speciali.
Molto spesso si tratta infatti di disagi difficili persino da comunicare.

Ci sembra allora doveroso segnalare, quando possibile, nuovi servizi a disposizione della persone. Tra di essi vorremmo segnalare l’iniziativa del Centro Jonas, relativa alla seda comasca, ma agbile anche da altri luoghi, che propone un sostegno tramite la parola. È infatti attivo uno speciale numero verde per le consulenze psicoanalitiche.

L’ente si propone infatti di sviluppare un nuovo modello di psicoterapia sociale, che permette un’adesione maggiore da parte dei cittadini e la trasforma da fenomeno di elitè, in prassi comune.

Numero verde: 800-453858

Foto by M Eugenia M Guimarades

giovedì 22 novembre 2007

PIACERE RICERCATRICE, ANZI NO, RICERCATORE

Un’indagine condotta da Rossella Palomba, ambasciatrice per le Pari opportunità nella Scienza alla Commissione Europea, mostra che i giovani vedono le professioni scientifiche come di appannaggio esclusivo del genere maschile.

La ricerca, condotta da R. Palomba, nell’ambito dei progetti promossi dall’Irpps, Istituto per le ricerche sulla popolazione e le politiche sociali, del Consiglio Nazionale delle ricerche ha visto la partecipazione di 2000 maturande in tutta Italia.

Fantasia, curiosità, dedizione e flessibilità sembrano non venire riconosciute come qualità anche femminili, e soltanto il 18% delle ragazze italiane pensa che la ricerca sia un lavoro adatto alle donne.

Gestire più aspetti contemporaneamente, dirigere e dare indicazioni non rientrano tra e caratteristiche della figura femminile, che non può pertanto diventare ricercatrice. La ricerca si è infine concentrata sulle percezioni specifiche delle ragazze napoletane (Napoli è la città che ha sviluppato il progetto).

Resta da chiarire se le percezioni riguardano la realtà dei fatti che arriva ai ragazzi tramite le immagini mass-mediali o se invece siano riferite a volontà e aspirazioni. Diverso è infatti rilevare che la volontà di ricerca sia minore nelle donne che negli uomini rispetto a dire che la figura femminile è vista in toto come inadeguata in ambiti di beneficio sociale e di indagine scientifica.

Foto by Peter Cornelius

lunedì 19 novembre 2007

IL BRACCIO-ROBOT CHE LEGGE IL PENSIERO


E’ stato presentato a Dusseldorf un braccio-robot che capta i segnali del cervello ed esegue con precisione le azioni che il soggetto intende compiere.

Il braccio-robot che legge nel pensiero è il risultato di sette anni di ricerca presso l’istituto Frunhofer FIRST, condotti da un team di ricercatori internazionale diretti da Florin Popescu. Il braccio-robot, chiamato “Robot2brain” è stato presentato a Dusseldorf al convegno Medica 2007.

Vediamo come funziona. Il “Robot2brain”, capta ed amplifica il segnale dell’intenzione di muoversi attraverso due modalità. Attraverso un paio di occhiali speciali vengono seguiti i movimenti oculari compiuti dall’utente, in questo modo viene identificato l’oggetto-target dell’azione. Contemporaneamente vengono amplificati i segnali elettrici cerebrali, attraverso elettrodi simili a quelli usati per l’encefalogramma. Queste informazioni, provenienti da occhiali e encefalogramma vengono inviati ad un’interfaccia, la Brain-Computer Interface (BCI), che li capta e capisce quale movimento il soggetto vuole fare. Il passaggio successivo consiste nella traduzione di queste informazioni in un comando preciso ed accurato per il braccio-robot.

Quest’importante tecnologia è stata creata per aumentare l’autonomia di pazienti paralizzati, con difficoltà motorie che non gli consentono di compiere i più semplici movimenti.


foto by futurism

SOMMARIO DELLA SETTIMANA

by davide89

Questa settimana abbiamo parlato di

Psicologia ed educazione:

Il ruolo del padre è fondamentale per la crescita e lo sviluppo sano della prole, sono infatti sempre di più gli studi che rivedono la posizione del genitore maschio per determinate competenze rispetto ad altre prettamente femminili.

Maria Montessori, grande pedagogista dei tempi passati, può ancora ispirare la pratica educativa dei giovani d’oggi: lo mostra un libro uscito di recente.

Differenze di genere:

Le donne, contrariamente agli stereotipi, non sono più chiacchierone degli uomini, le differenze semmai sarebbero da imputare ai differenti comportamenti durante la conversazione.

Psicologia e marketing:

La tecnica dell’eye-tracking viene utilizzata con profitto anche all’interno delle consulenze di marketing. Una tecnica psicologica che ha trovato applicazione nel mondo esterno.

Risultati sondaggio:

Ecco i commenti e i risultati del sondaggio degli scorsi giorni sulle parolacce in ufficio.

sabato 17 novembre 2007

RISULTATI SONDAGGIO

Il sondaggio Parolacce in ufficio ha confermato quanto emerso dalle ricerche.


Anche per voi quindi il turpiloquio si rivela una soluzione per sfogare ansie e allentare il clima. Un'unica controindicazione: la pratica funziona soltanto se condotta entro i limiti della decenza e gli insulti sono rivolti in modo scherzoso o diretti a cose e non contro colleghi e superiori.

Siete pronti per il nuovo sondaggio?

L’EYE-TRACKING DALLA PSICOLOGIA COGNITIVA AL MARKETING

La tecnica dell’Eye-tracking approda al MIC di Milano tra gli strumenti utili per il marketing e la rilevazione dell’efficacia comunicativa di spazi digitali. Ecco la storia del dispositivo psicologico che rivoluziona le leggi dei grafici.

L’eye-tracking è una metodologia nata all’interno della Psicologia Cognitiva e nello specifico del filone della Human Computer Interaction che registra i movimenti oculari di soggetti impegnati nella visione/lettura di pagine web.

L’impiego di questo strumento permette di verificare l’efficacia delle strategie comunicative impiegate e di verificare la reale usabilità di collegamenti ipertestuali e percorsi virtuali.

ContactLab ha presentato questa metodologia presso il Word Business Forum che si è tenuto a Milano il 23-24 ottobre. L’impiego è particolarmente utile nel campo del marketing in quanto permette di registrare con assoluta precisione, e con metodiche dotate di elevata scientificità, aree e elementi massimamente attentivi, nonché i percorsi attivati e di registrare dei tempi per ciascuno di essi.

Sarà possibile in tal modo determinare la reale visibilità del proprio banner, o l’area in cui è meglio collocarlo se si vuole che venga guardato, o dove collocare risorse e link che si ritengono utili rispetto ad altri di contorno.

PSYCO-FLASH: RILEGGERE MARIA MONTESSORI

E’ da poco uscito il libro Il bambino padre dell’uomo che propone una rilettura originale del pensiero della grande pedagogista italiana. Il testo di R. Regni confronta la corrente teorica montessoriana con altri importanti approcci allo studio del bambino, tra i quali Piaget e Bruner, con correnti di etologia, come Lorenz, e di sociologia con Gellner e Hayek. Interessanti le incursioni in territori letterari e filosofici, come gli accostamenti a Kundera.

Si tratta di una lettura interessante che mostra l’imporessionante attualità delle intuizioni educative e di teoria anche dopo la rivoluzione della neuropsicologia.

Foto by johgoodrich

lunedì 12 novembre 2007

IL RUOLO DEL PADRE


Il ruolo del padre all’interno della famiglia in una società che lo vede sempre meno presente: il libro di Brotherson e White ne tratteggiano le caratteristiche e i problemi che lo riguardano al giorno d’oggi.

I genitori svolgono un ruolo fondamentale ed importantissimo per il benessere psicofisiologico di un bambino e la loro presenza/assenza, nonché le interazioni che intercorrono con il proprio bambino, hanno una forte influenza sullo sviluppo del figlio.
Le ricerche si sono molto focalizzate sul comportamento e sulla funzione genitoriale della madre, talvolta sottovalutando o mettendo in secondo piano il ruolo paterno.

Nel libro “Why Fathers Count: The Importance of Fathers and Their Involvement with Children”, a cura di Sean E. Brotherson e Joseph M. White, viene sottolineata l’importanza vitale del papà, soprattutto negli anni dello sviluppo. Gli autori non vogliono minimizzare l’importanza della madre, ma rivedere il contributo del padre all’interno della vita famigliare, soprattutto in una società in cui questa figura è sempre più assente.

La presenza di un padre ha un impatto positivo in vari campi, dai problemi attitudinali a quelli accademici. E’ importante che tra padre e figlio si sviluppa un legame che li ‘connetta’ e che consenta al figlio di comprendere l’amore che il genitore ha per lui. Sentirsi connesso con il genitore permette al bambino di avere fiducia in sé, di saper costruire legami interpersonali una volta cresciuto. Uno stretto rapporto famigliare è efficace nel tutelare il figlio da problemi come la depressione, il suicidio o l’uso di droghe. Perché ciò sia possibile è importante che fin dall’infanzia il padre giochi e condivida esperienze con il figlio. In particolare il padre sembra essere il custode dell’autorità, è colui che stabilisce i paletti e che definisce i comportamenti accettabili e non accettabili.

Una sezione del libro è invece dedicata alle problematiche che riguardano il padre al giorno d’oggi. A causa della fragilità dei matrimoni, all’allungamento della giovinezza, questa figura spesso non fa parte della vita quotidiana del bambino. In particolare è stata rilevata una difficoltà ad assumersi le responsabilità che implica questo ruolo. La transizione verso la paternità, prosegue, è un momento di grande svolta nella vita di un uomo. Se l’uomo è disposto ad entrare in questo rapporto con i figli, diventa uno dei cambiamenti più grandi nella sua vita e nel suo sviluppo come persona.



foto by stanley-clifton

I CHIACCHIERONI: UOMINI O DONNE?


Una ricerca californiana smentisce lo stereotipo che le donne sono più chiacchierone degli uomini. Le differenze tra uomini e donne non sono relative alla quantità di parole pronunciate, piuttosto al comportamento utilizzato in determinati contesti e situazioni.

E’ convizione condivisa che le donne siano delle gran chiacchierone. Una meta-analisi, condotta presso l’università di Santa Cruz, in California, smentisce questa credenza popolare. Non bisogna però pensare che fosse solo la folk psicologia a sostenere questa tesi, poiché anche alcuni studi sulla comunicazione indicavano risultati a supporto.

Quest’ultimi risultati emergono da una meta-analisi sulle ricerche riguardanti questo tema degli ultimi decenni. I dati ottenuti mostrano che non sussiste una sostanziale differenza nel numero di parole pronunciate da uomini e donne. Piuttosto uomini e donne si differenziano per il loro livello di loquacità in base ai contesti in cui si trovano.

La ricerca, pubblicata su ‘Personality and Social Psychology Review’ descrive le donne come più chiacchierone con i figli o con le amiche e compagne di scuola. Inoltre le donne di fronte agli estranei, sono loquaci, per cercare di instaurare un rapporto con l’interlocutore. Gli uomini invece risultano essere dei gran chiacchieroni all’interno della famiglia, con le proprie mogli, e in contesti estranei attuano la tecnica del ‘fiume di parole’, con la finalità di influenzare l’ascoltatore.

Le autrici della ricerca commentano i risultati come confutazione degli stereotipi di genere sull’uso del linguaggio e sostengono"La convinzione che il cervello femminile sia 'costruito' biologicamente in modo da chiacchierare piu' degli uomini e' difficile da confutare. Tuttavia i dati indicano che le differenze dei sessi appaiono e scompaiono, in base al contesto"

Foto by Fioralainn Photography

lunedì 5 novembre 2007

ASCOLTARE LA MUSICA, CHIUDERE GLI OCCHI



La Wake Forest University ha indagato il meccanismo cognitivo attivato durante l’ascolto di brani musicali. Il cervello compie una sorta di isolamento, che aumenta l’attività dell’area preposta all’ascolto.

I meccanismi cognitivi alla base della percezione visiva e uditiva differiscono. In particolare alcuni stimoli uditivi, i brani musicali, permettono una maggiore attivazione dell’area cerebrale ad essa preposta, a discapito dell’area di percezione visiva.

Lo studio che ha evidenziato questo particolare meccanismo cognitivo, è stato condotto presso la Wake Forest University della Carolina del Nord e presentato al congresso della società statunitense per le Neuroscienze. Attraverso la risonanza magnetica è stata registrata l’attività degli impulsi elettrici e l’afflusso di sangue su direttori di orchestra o musicisti e ascoltatori inesperti.

Dalla risonanza magnetica è emerso una maggiore attività cerebrale nell’area dell’ascolto e una diminuzione nell’area della visione. L’attivazione dell’area uditiva è risulta meno marcata nei soggetti ‘esperti’, quali direttori d’orchestra e musicisti. Questo risultato è stato interpretato come minore necessità di distogliere risorse all’attività della vista, ossia come maggiore allenamento cerebrale ad ascoltare e contemporaneamente vedere.
In sintesi durante l’ascolto di un brano musicale chiudiamo gli occhi, per dedicarci più attentamente all’ascolto.




foto by CarbonNYC

MAL DI CITTA'


Ambiente urbano e depressione, un binomio che sta diventando allarmante. Si stima che solo a Milano ogni anno si ammalano di ‘mal di città’ 100mila persone, la maggior parte donne.

L’ambiente in cui si vive è un fattore determinante il benessere e la salute mentale dell’individuo. La psicologia ambientale in parte si occupa delle conseguenze che l’ambiente urbano può causare a livello psicologico e sociale sugli individui, studiando accorgimenti e soluzioni idonee a sviluppare benessere in senso generale. Pensare alla città, non solo dal punto di vista ‘materiale’ sta diventando una necessità. Infatti emerge uno spaventoso aumento di casi di depressione nei centri urbani.

A Milano le cifre si fanno allarmanti, con un aumento del 3,6% del numero di persone che hanno assunto depressivi nell’arco di soli due anni (dal 2005 al 2006). E’ il cosiddetto ‘mal di città’, una depressione caratterizzata da cattivo umore, ansia, dipendenza da alcolici e stupefacenti, un aumento del rischio di schizofrenia, causata da stress, isolamento sociale e ‘ambiente ostile’. 100 mila milanesi l’anno cadono nel tunnel della depressione.

Studi internazionali hanno evidenziato un aumento del rischio di depressione dal 12% al 20% in correlazione all’aumentare del livello di urbanizzazione. Chi nasce e vive in un ambiente urbanizzato fino a 13 anni accresce del 13% il rischio di schizofrenia, e per soffrire di depressione non serve vivere in una metropoli, ma basta abitare in una città con più di 200 mila abitanti, spiega Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di psichiatria all’ospedale Fatebenefratelli di Milano.
Le persone più a rischio sono donne ed anziani, basti pensare che dei 100mila milanesi che si ammalano di depressione l’anno, 70mila sono donne. In particolare le donne over 64 sono la fascia considerata più fragile e quindi più a rischio, poiché patiscono maggiormente gli effetti di una società indifferente, con la sensazione di essere soli in mezzo ad una folla.

Questi dati sono da tenere in considerazione per il futuro, dove il fenomeno dell’urbanizzazione sarà sempre più importante. Sarà necessario fornire fondi e personale per queste aree problematiche troppo spesso sottovalutate e risolte con la sola prescrizione di psicofarmaci.


foto by H3LmY

SOMMARIO DELLA SETTIMANA


Questa settimana ci siamo occupate di....




  • benessere ed età: nonostante la pensione sia da molti agognata, il termine dell'età lavorativa è vissuta da molte persone in modo negativo. Se i primi mesi vengono vissuti in modo euforico dalla gran parte dei neo-pensionati, grazie al molto tempo libero disponibile; in seguito il nuovo stato viene vissuto in modo negativo a causa della mancanza di scopi.

  • Zelig like sindrome: un caso nel mondo ha attirato l'interesse della comunità scientifica. Dopo un danno cerebrale causato da ictus, un sessantenne acquisisce il comportamento della persona che gli sta di fronte, come il famoso personaggio del film di Woody Allen.

  • allenamento mentale: conversare non è solo uno svago. Una ricerca ha infatti mostrato che conversare con qualcuno è un vero è proprio allenamento per il cervello, come le parole crociate. Altro che brain training, parliamo di più!

  • ottimismo: pensare positivo tiene lontana la depressione. Una ricerca ha indagato i circuiti neuronali coinvolti nel pensiero positivo, attraverso l'uso della risonanza magnetica funzionale.

  • infanzia: un libro denuncia su genitori inadegati. 'Voglio urlare' di Monica Marghetti

foto by krasii

sabato 3 novembre 2007

PSYCO-FLASH: PROTEGGERE L’INFANZIA

Voglio urlare è un libro che sotto forma di racconto autobiografico svela la tristezza la difficoltà dell’infanzia della protagonista. La famiglia, i genitori in questo libro sono esempio di caregiver inadeguati che causano sulla prole problemi e ansie.
Non si tratta di un caso psicologico, ma riflette molto bene la difficile condizione di vita fei bambini quando si trovano a confronto con genitori inadeguati.
Con la prefazione di Mario Rizzardi, docente di Psicologia dello sviluppo e di Psicologia sociale presso l'università di Urbino:

Voglio urlare
di Monica Marghetti
Ed: Fuoridallerotte

Foto by grandesonno

SIATE OTTIMISTI!

L’ottimismo dipende da uno specifico percorso neuronale, che ci rende maggiormente positivi e contrasta l’insorgenza della depressione. Di seguito la ricerca, pubblicata su Nature Neuroscienze.

E. A. Phelps, insieme al suo gruppo di ricerca della New York University ha scoperto che pensare positivo attiva specifici meccanismi neuronali. L’impianto metodologico prevedeva la rilevazione, tramite fMRI (risonanza magnetica funzionale), dell’attività cerebrale di soggetti che pensavano al proprio futuro.

Chi immaginava un futuro roseo mostrava livelli più alti nelle aree dell’amigdala e del giri rostrato anteriore. Queste aree sono strettamente collegate anche agli stati depressivi, che ne provocano alterazioni come oscillamento dei valori e diminuizione dell’attività. Non soltanto, le persone ottimiste tendono ad avere livelli di base line maggiori di chi è pessimista.

In sintesi, essere ottimisti fa bene alla salute e previene dal rischio di depressione. La ricerca è inoltre scientificamente importante perché individua delle strutture specifiche collegate al positive thinking.

Foto by lorenzodon