lunedì 8 dicembre 2008
PSYCHO-FLASH: CEFALEA TENSIVA NEI GIOVANI
LOVE MATCHING: LE REGOLE DELL’AMORE
venerdì 14 novembre 2008
MUOVERSI NEL TRAFFICO
sabato 8 novembre 2008
MANCINI E INSICURI?
giovedì 6 novembre 2008
BUON ALLENAMENTO A RITMO DI MUSICA
EMPATIA FEMMINILE
sabato 1 novembre 2008
TELEFONINO: L'ALTER EGO DI MAMMA
domenica 26 ottobre 2008
PSYCHO-FLASH: PERSONE CALDE
L'ATTRAZIONE DELL'ALTRUISMO
IL FREDDO DELLA SOLITUDINE
giovedì 23 ottobre 2008
CERCARE NUOVI AMICI CON MODERAZIONE
mercoledì 22 ottobre 2008
SOSTEGNO PSICOLOGICO PER LA CRISI FINANZIARIA
martedì 21 ottobre 2008
PSYCHO-FLASH: presentati allo Smau nuovi sensori per attivita' biometriche
MANAGEMENT DELLA CREATIVITA'
Negli ultimi anni è stata data sempre maggiore rilevanza al ruolo della creatività nelle organizzazioni aziendali. Sembra infatti condivisa dai più che la creatività sia alla base dell’impresa. Gli studi sulla creatività sono nati essenzialmente nell’ambito dell’antropologia, della sociologia, della psicologia e delle neuroscienze, e da ultimo sono stati trasferiti alle discipline economiche. Un esempio del crescente interesse verso la creatività sono i due giorni di colloquia proprio a riguardo di questo tema svolti presso la Harvard Business School. Il convegno ha coinvolto docenti e rappresentanti di aziende il cui nome è intrinsecamente legato alla creatività )come Google o IDEO). Partendo dalla definizione di creatività di Teresa Amabile (docente di sociologia presso la Harvard Business School), che descrive la creatività come la capacità di creare qualcosa di nuovo ed appropriato, sono stati discussi e sviluppati le seguenti tematiche, di cui riportiamo i punti salienti:
Incoraggiare la collaborazione: il ‘mito dell’inventore solitario’ può essere considerato ormai superato. Al giorno d’oggi i progetti più creativi si sviluppano a partire dalla collaborazione di più partecipanti. Il team deve essere organizzato non in modo gerarchico, ma sulla base di una struttura orizzontale, dove tutti gli elementi sono interdipendenti tra loro. Quando il team è composto ad hoc per il progetto, è necessario utilizzare tutti i mezzi per stimolare la creatività e coordinare lo sviluppo di nuovi prodotti. Gli strumenti sono svariati: dalle nuove tecnologie, alle metafore ed analogie, dalle storie ai prototipi, dei veri e propri ‘coordination totems’ (dalla definizione di Victor Seidel, dell’University of Oxford’s Saïd Business School) per la coordinazione dei pensieri.
Utilizzare differenti punti di vista: il team deve essere composto da diverse professionalità. La condivisione di apporti provenienti da molteplici discipline, diversi background e esperienze facilitano lo sviluppo di novità. Può essere così necessario anche affidarsi a risorse esterne all’azienda.
Motivare il team: la motivazione delle persone che si occupano di ricerca e sviluppo di nuovi prodotti è cruciale e vitale al fine di ottenere un prodotto creativo. Questo è possibile in un clima in cui le persone possano sentirsi libere ed indipendenti. Con questo si intende libertà di scegliere e programmare i progetti in base ai propri interessi e capacità, ed indipendenza anche dal punto di vista degli orari. Sebbene gli incentivi monetari possano essere d’aiuto, è più importante la sfida intellettuale, l’indipendenza ed una sincera approvazione da parte della sfera dirigenziale.
Imparare dagli errori: gli errori devono essere considerati come fonti di conoscenza e come possibilità di miglioramento. Poiché è facile incorrere in scelte sbagliate in fase di progettazione, è meglio considerarne la possibilità piuttosto che eliminarli dal possibile panorama aziendale. Questi accorgimenti aiutano ad instaurare un clima di stabilità e sicurezza psicologica
Il ruolo del leader: il manager dovrà innanzitutto mappare il processo e riconoscere le differenti fasi, mettendo a disposizione le tecnologie necessarie. Dovrà porsi nei confronti del proprio team di ricerca e sviluppo, come un ‘pastore’, che guidi il suo gruppo proteggendolo da un potenziale contesto ostile. E’ necessario che venga creata una struttura interagente, un network di unità, senza l’intervento di ‘forme burocratiche’. Il manager dovrà aiutare il team di ricerca e sviluppo, adottando un atteggiamento motivatore e non indagatore: porre le domande nel modo giusto e apprezzare il lavoro del team. Tuttavia il manager dovrà anche acquisire un ruolo meno benevolo e scartare le idee e il materiale che non offre potenzialità. Questa funzione di scelta può essere però delegata a filtri esteri l’organizzazione. Infine il manager dovrà sforzarsi di integrare i contributi provenienti dai vari settori ed elementi in modo da creare un tutt’uno omogeneo. E’ questa la vera sfida per il manager, ossia muoversi ed esercitare la propria leadership in un contesto ambiguo ed incerto dove non sono chiari i ruoli. Per leggere l’articolo originale clicca qui Foto by Lessio
lunedì 20 ottobre 2008
SOGNI IN BIANCO E NERO
DISORDINE E SCELTE POLITICHE
mercoledì 15 ottobre 2008
ASCOLTA IL TUO OROLOGIO BIOLOGICO: RICORDERAI DI PIU'
lunedì 13 ottobre 2008
IL LEADER NARCISO
lunedì 8 settembre 2008
MADRI PIU' ATTENTE CON IL PARTO NATURALE
giovedì 24 luglio 2008
L’AMORE? VIENE COL TEMPO
La ricerca è stata condotta su 1500 intervistati negli ultimi trent’anni, un campione ingente, compatto nelle proprie risposte. Il sesso? Di più e meglio in età anziana. Il fenomeno però pare recente, infatti le settantenni di oggi sono, al pari delle loro coetanee di settant’anni fa, più soddisfatte e più aperte alle esperienze sentimentali e vivono meglio il rapporto con il proprio corpo.
Se non bastasse, i ricercatori hanno stilato delle percentuali relative al numero di rapporti col passare del tempo, che sono cresciuti sia nel caso di soggetti coniugati, che nel caso dei single. I dati sono stati raccolti in tre momenti:
1 primo colloquio (1971): soggetti nati tra 1901-1902
2 secondo colloquio (1976): soggetti nati tra 1906-1907
terzo colloquio (1992): soggetti nati nel 1922
Le percentuali sono visibili nella tabella:
Le differenze non sono soltanto relative alla quantità d’amore ma anche alle percezioni dei soggetti. Il miglioramento maggiore lo rivelano le donne che raggiungono più facilmente e più volte l’orgasmo, mentre gli uomini registrano un abbassamento dell’ansia da prestazione.
Al di là dei numeri, questa ricerca ci dice che forse forse tutte quelle storie sull’amore eterno non erano tavolette. E se proprio amore eterno non sarà., per lo meno si preannuncia piacevole.
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mercoledì 23 luglio 2008
PSYCHO-FLASH: SI LAUREA A 92 ANNI!
La tesi di laurea è stata regolarmente discussa dalla novantenne e il suo argomento è relativo, cosa che ci fa ovviamente molto piacere, alla Psicologia delle organizzazioni nell’ambito della pubblica amministrazione. Nello specifico la tesi ha ripercorso le tappe dell’emencipazione femminile nell’ambito del lavoro.
I nostri migliori complimenti alla neo-laureata!
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martedì 22 luglio 2008
PSYCHO-FLASH: ITALIANI EQUILIBRATI
E’ emerso che ben 9 persone su 10 si dichiarano in equilibrio con se stesse, tuttavia si rilevano variazioni in base all’età. I più a rischio sono i giovani adulti tra i 25 e i 34 anni, mentre nella fase 15-24 e in persone oltre i 55 anni il grado di equilibrio è maggiore.
I risultati hanno inoltre stilato una classifica degli eventi maggiormente stressanti e di quelli invece che favoriscono un buon benessere: tra i primi incidono soprattutto il rapporto con il cibo e le relazioni affettive; queste ultime però, unite alla possibilità di parlare e sfogarsi con altre persone fanno anche parte dei fattori di resilienza. L’attività fisica, lungi dal venire dimenticata occupa una buona posizione nella top ten, il che ci rimanda un po’ all’antico adagio greco mens sana in corpore sano.
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PSICOANALISI DEL BISOGNO SOCIALE
I CeCli sono centri clinici di psicoterapia e psicoterapia applicata che offrono ai cittadini la possibilità di accedere a un ciclo di 10, massimo 15, sedute di terapia, sopperendo spesso alla povertà di servizi offerti dal sistema sanitario nazionale. Le sedute sono gratuite e spesso bastano da sole a risolvere il problema, quando invece il caso sia più grave o richiede del tempo è possibile proseguire gli incontri presso lo stesso servizio o liberamente presso altri professionisti.
L’iniziativa nasce dalla domanda molto diffusa, ma difficile da esprimere della buona parte dei cittadini, per la maggioranza appartenenti al ceto medio, che vivono con difficoltà e malessere la crisi sociale odierna, a partire dalle difficoltà economiche e di qualità della vita per arrivare alla mancanza di punti di riferimento.
Ma chi accede a questo servizio? Sicuramente sono in molti: il solo centro milanese registra dalla data della sua apertura (cinque mesi fa) oltre cento richieste delle quali già 60 sono state accolte. La maggioranza degli utenti sono di sesso femminile, ma anche gli uomini apprezzano la possibilità (40% dell’utenza).
La tempistica è particolare, trattandosi si una terapia breve a breve termine: non ci sono incontri bi o tri-settimanali, ma scadenze decise caso per caso volte a sfruttare al meglio le occasioni limitate di incontro.
Le tematiche inoltre sono strettamente legate all’ambiente sociale e alla vita urbana: tra i problemi più frequenti si trovano studenti universitari in crisi da studio, lavoratori precari, fino avere e proprie patologie specifiche quale la dipendenza dallo shopping o problemi di ordine alimentare, senza contare le tossicodipendenze o malattie mentali di una certa rilevanza che il SSN non è riuscito ad assorbire.
Questa apertura della psicoanalisi al sociale, per quanto si tratti ancora di casi sporadici, fa ben pensare: è ora il momento adatto in cui aprire le scoperte e i metodi della professione verso una società bisognosa certo, ma soprattutto consapevole, ora più che nel secolo scorso, dell’importanza e della forza del lavoro su se stessi e sulla propria regolazione.
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lunedì 21 luglio 2008
PSYCHO-FLASH: VIRTUALE BATTE REALE?
Ne è un esempio la nuova mania dell’IPhone della Apple, ma questo è soltanto uno dei molti strumenti a disposizione, a partire dai telefonini ad uso computer e dalla playstation portatile.
Secondo Massimo di Giannantonio della Società Italiana di Psichiatria è particolarmente duro sul tema: senza regole specifiche di utilizzo, imposte dagli stessi gestori o dai genitori dell’adolescente, gli strumenti di gioco e di immersione virtuale rischiano di portare a vere e proprie sostituzioni dei vissuti cognitivi ed emotivi e portare ad un isolamento potenzialmente dannoso entro il mondo virtuale.
Demonizzare in toto questi strumenti non è possibile, molto si può invece fare per l’educazione all’uso corretto e per lo sfruttamento delle potenzialità di questi strumenti in direzione dell’incremento, non dell’impoverimento, delle facoltà dei giovani. Con un occhio di attenzione: se è vero che la fascia maggiormente a rischio è quella della prima adolescenza. È anche vero che queste piccole, si passi il termine, manie stanno diventando sempre più appannaggio dei giovani adulti, un trend tutt’altro da sottovalutare.
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domenica 20 luglio 2008
5 ANNI PER ESSERE FELICI
lunedì 14 luglio 2008
PSYCHOFLASH: QUANDO IL NEONATO SORRIDE
Lo studio è stato coordinato da un equipe di neuroscienziati del Baylor College of Medicine di Houston presso un ospedale pediatrico del Texas. Alla ricerca hanno partecipato 28 mamme con figli di età compresa tra 5 e 10 mesi.
Alle neomamme venivano mostrate fotografie dei propri bimbi mentre sorridevano e le loro risposte neurofisiologiche venivano rilevate tramite risonanza magnetica funzionale.
Si è così potuto osservare che le aree del cervello materno che si attivano sono le medesime connesse ai meccanismi di gratificazione legate a cibo, sesso e droghe. L’attivazione di tali aree neurali del piacere produce attivazione globale dell’organismo, con effetti di tipo stupefacente.
Il sorriso del proprio figlio produce nella madre un vero e proprio effetto energizzante.
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COMBATTERE IL FUMO A SCUOLA
La ricerca è stata condotta su un ampio campione, costituito da 5092 studenti appartenenti agli istituti scozzesi, con età compresa tra i 13 e i 16 anni ed è stata recentemente pubblicata sulla rivista scientifica Bmc Public Hearth come studio preliminare per l’approfondimento della tematica della prevenzione al fumo. Lo scopo ultimo è quello di realizzare un efficace programma di prevenzione primaria e secondaria in età precoce, prima che il fumo diventi un’abitudine radicata.
I risultati emersi sono stati molteplici. Dapprima si sono potute mappare le percentuali di fumatori, che vedono un grande aumento delle fumatrici femminili con discesa invece dei ragazzi (39% contro il 25% dei maschi). Tali percentuali medie sono soggette a variazioni nei diversi istituti ma permane comunque il maggiore numero di ragazze.
Il fumo inoltre è favorito/ostacolato da fattori diversi in base al sesso: per i maschi incidono maggiormente il livello socio-economico e culturale proprio e della famiglia di appartenenza; per le femmine intervengono maggiormente il personale atteggiamento scolastico e l’attenzione o meno al rapporto insegnante-alunni.
Il rapporto tra docente e scolari è stato approfondito nello specifico: esso si configura come buon fattore predittivo dell’attitudine o meno al fumo. I ragazzi, sia maschi che femmine (con netta prevalenza femminile), erano maggiormente propensi al fumo se il rapporto con l’insegnante era pessimo o di scarsa qualità, se il benessere scolastico percepito era scarso e se la scuola non presentava specifica attenzione e orientamento verso i temi dell’altruismo e della cooperazione.
Tutti fattori questi passibili di divenire il fulcro di nuove ricerche volte alla creazione di un buon clima scolastico, capace di intervenire in modo maggiormente efficace nel dialogo e nella riduzione non soltanto dell’abitudine al fumo, ma anche dell’abuso di sostanze e dei comportamenti devianti e di bullismo.
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mercoledì 9 luglio 2008
COMUNICARE TRA SESSI
La psicologia, dal canto suo, ha effettuato numerose ricerche sulle comunicazioni intersessi e ne sono emersi molti ed interessanti fattori, che le coppie dovrebbero tenere presente quando comunicano tra loro:
La quantità di parole usate: le donne sono più prolisse degli uomini e usano in media ventimila parole al giorno contro le settemila degli uomini. Recenti studi tuttavia mostrano che questo gap stia diminuendo, visto che l’uomo pare più propenso ad aprirsie e confrontarsia anche verbalmente con gli altri.
Le modalità comunicative: lo stile femminile è maggiormente orientato a collaborazione ed empatia, mentre l’uomo comunica assertività e usa termini maggiormente pratici, scarsi di sfumature emotive. Il che equivale a dire che la comunicazione dei sentimenti per l’uomo è ancora una campo da incrementare.
L’elaborazione delle informazioni: la mente femminile è altamente analitica, si sofferma su particolari e ha precisi riferimenti per ogni situazione, l’uomo invece predilige un’elaborazione globale, vale a dire uno sguardo d’insieme e sintetico volto alla rilevazione dei soli particolari salienti. In realtà entrambi i sessi usano ambedue le strategie, ma si notano preferenze per l’uso dell’una o dell’altra; rassegnamoci: non si ricorderanno mai come eravamo vestite bene quella sera!
Gli ormoni: oltre alle diversità strutturali, anche le concentrazioni di ormoni fanno la loro parte, soprattutto se si devono affrontare situazioni stressanti. Anche un recente saggio, no totalmente psicologico, scritto da John Gray, imputa le cause della difficile comunicazione all’attività ormonale e alla situazione ambientale difficile in cui ritrovano molte coppie, divise freneticamente tra a more lavoro e figli. Ma la soluzione non è solo qui, visto che la comprensione uomo-donna e viceversa non è fatto recente né tanto meno tipico delle veloci società occidentali.
La gestualità: anche nell’esibizione del comportamento uomini e donne sono diversi e ciò crea spesso problemi di interpretazione di reazioni o espressioni che possono degenerare in conflitto. Fare attenzione alle modalità di azione e reazione del partner e imparare a collegarle i giusti stati d’animo è sicuramente un ottimo passo in vanti nella comprensione reciproca.
Insomma i fattori che entrano in campo sono davvero molti, ma uomo e donna sono finora riusciti sempre a cavarsela. E se proprio la situazione fosse disperata, prima di ricorrere a una seria terapia di coppia vale la pena farsi due risate sul Dizionario Lui-Lei, perché si sa: ridere delle proprie paure e sfatare le rabbie sopite resta sempre il metodo migliore.
In questo articolo sono stati citati i seguenti libri:
J. Gray, Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere e sono tutti sotto stress. Continuare ad amarsi quando la vita si complica, Rizzoli
P. Occhipinti, S. Viviani, Dizionario Lei-Lui, Rizzoli
PSYCHO FLASH: ATTENZIONE ALA DROGA VIRTUALE
Il software principale si chiama I-Doser, ma basta anche un comune programma audio multimediale e un paio di cuffie per l’ascolto. Solitamente la prima tranche è gratuita, mentre ulteriori brani vengono offerti a pagamento.
Cosa si nasconde dietro questo effetto? Tali suoni agiscono tramite speciali frequenze che vengono percepite dal cervello ma non a livello conscio; si tratta di suoni compresi tra 3 e 30 hertz che spesso, per risultare più piacevoli all’udito, vengono aggiunti o mescolati con melodie note o di tipo ritmico.
Tali basse frequenze lavorano sulla stessa lunghezza d’onda del cervello e nonostante non esitano ad oggi prove scientifiche della loro pericolosità o meno, è lecito supporre che esse interferiscano con il funzionamento mentale, in modo temporaneo o forse persino prolungato, proprio per produrre gli effetti narcotici.
Cosa si prova dopo l’ascolto? Chi l’ha provato dice di non avere avvertito sensazioni particolari durnte l’ascolto, alcuni addirittura di non aver neppure percepito dei suoni. In seguito però, pochi minuti dopo “l’assunzione” compaiono gli effetti: vanno da un lieve stato di euforia ad uno invece di rilassatezza, fino all’esaltazione o al contrario alla depressione temporanea a seconda di come reagisce ognuno (gli effetti delle droghe si sa sono spesso soggettivi, è ciò vale anche per la loro parente virtuale). Alla fase piacevole subentrano poi i postumi, simili a quelli di una sbornia alcolica: mal di testa, stanchezza, ronzii alle orecchie e nausea. Per alcuni inoltre agiscono da subito gli effetti negativi, senza alcuna sensazione piacevole.
Finchè non si avranno notizie scientifiche in merito alla pericolosità o meno del fenomeno, vi invitiamo ad usare prudenza e a non farvi vincere dalla curiosità: basta una sola volta per avvertire tutti questi effetti!
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martedì 8 luglio 2008
STO-NATI
L’amusia è il termine utilizzato per indicare l’incapacità o difficoltà di riconoscere correttamente i suoni e di conseguenza l’incapacità di produrre pattern musicali piacevoli. Senza entrare nei casi gravi di amusia (incapacità settoriale di riconoscimento di un dato suono, ad esempio il pianto infantile) né in quelli di incapacità indotta a seguito di traumi fisici subiti, possiamo dividere l’essere stonati in due diversi tipi. L’amusia ritmica è tipica di chi non riesce a seguire a tempo o a riprodurre con il ritmo corretto una melodia precedentemente udita, mentre l’amusia tonale è l’incapacità generica di cantare correttamente una canzone.
Il recente studio di Isabelle Peretz, studiosa presso il Department of Psychology all’ University of Montreal, ha mostrato che responsabile dell’errata intonazione non è tanto l’area cerebrale della corteccia uditiva, ma in regioni specifiche collocate nell’emisfero destro. Se l’essere stonati non viene corretto in fase infantile precoce, quando le connessioni neurali e la struttura cerebrale è dotata di elevata plasticità, si confermano pattern “disfunzionali” che portano ad essere stonati.
Tali aree divengono incapaci di distinguere suoni diversi per semitoni inferiori, ma produce in modo più intenso semitoni maggiori.
La dott. Peretz continua tuttora ad occuparsi di studi in ambito musicale e uditivo e prossimamente verranno pubblicati i risultati della sua attuale ricerca sulla capacità discriminativa sonora del cervello.
Per chi fosse interessato, nel nostro blog abbiamo parlato più volte dei legami tra musica e psicologia, per quanto riguarda il fenomeno dell’orecchio assoluto e delle applicazioni cliniche del suono.
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PSYCHO-FLASH: PSICOLOGI A NAPOLI
Una bella iniziativa, indipendentemente dalle polemiche che da essa sono sorte e dalle schermaglie tra Ordini regionali diversi, dove lo Stato riconosce non da ultimo l’importanza del sostegno psicologico e delle sue implicazioni sulla salute. Gli psicologi inoltre potranno occuparsi anche di ristabilire un clima collaborativo e di comunicazione proficua, nonché la creazione di alleanze e gruppi per il sostegno tra cittadini; un ruolo questo tipico degli psicologi della comunicazione.
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giovedì 19 giugno 2008
PSYCHO-FLASH: INTELLIGENZA E RELIGIONE
Richard Lynn, professore di psicologia all'Università dell'Ulster, lancia una teoria provocatoria: le persone intelligenti sono atee.
mercoledì 18 giugno 2008
NEUROETICA
Dove finisce l'influenza dei processi automatici del cervello ed entra in gioco la morale e l'etica personale? E' quello che si chiede Laura Boella, nel suo libro “Neuroetica”, dove analizza le scoperte delle neuroscienze alla luce del pensiero filosofico.
Le scoperte delle neuroscienze sembrano sconfermare l'esistenza del libero arbitrio. Attraverso le tecniche del brain imaging, o trattamenti farmacologici, sono stati fatti passi avanti nella conoscenza delle attivazioni cerebrali durante il processo di decision making. Sembrerebbe infatti che di fronte ad una presa di decisione, mentre la persona sta ancora elucubrando sul da farsi, di fatto il nostro cervello abbia già deciso per noi, attivando un percorso neurale specifico.
Alla luce di queste teorie, secoli di pensiero filosofico sul libero arbitrio dell'uomo sembrano crollare come un castello di carte. Non solo, se riduciamo ogni decisione ad un'esclusiva attivazione cerebrale, sembra cadere anche il concetto di responsabilità.
Nel suo libro “Neuroetica. La morale prima della morale” (ed. Raffaello Cortina Editore), esamina i rsultati delle neuroscienze, mostrando come in realtà i circuiti neuronali non dettino immediatamente il comportamento, ma ne creino delle precondizioni. In questo senso la morale e la responsabilità non sono assenti, ma hanno un ruolo determinante nell'attuazione di un comportamento.
venerdì 13 giugno 2008
RILASSATI!
Guardare fuori dalla finestra un paesaggio naturale aiuta a ritrovare il benessere psicologico, diminuendo lo stress. La televisione è un media utile ma non ottiene gli stessi risultati della natura.
Piccoli stress quotidiani inquinano la nostra vita. Al lavoro, in casa, in auto sono molteplici le variabili che incidono negativamente sulla nostra salute psicologica. Come cercare di ridimensionarne l'impatto negativo?
Ognuno di noi mette in atto piccoli e personalissimi accorgimenti per rilassarsi e quindi sfuggire allo stress. Una recente ricerca ha riscontrato effetti molto positivi nel contrasto allo stress è guardare scene di natura.
Lo studio è stato svolto presso l'Università di Washington, da Peter Kahn e i ricercatori dell'Human Interaction with Nature and Technological System, con la finalità di scoprire l'impatto della natura su livelli di stress.
La ricerca, che ha coinvolto 90 studenti di college, è stata condotta attraverso la misurazione del battito cardiaco durante l'osservazione di scene di natura attraverso la finestra oppure su uno schermo ad alta definizione, o l'osservazione di un muro bianco. La misurazione veniva effettuata in na condizione di recupero dallo stress.
Dalle registrazioni è emersa una più rapida discesa del battito cardiaco di chi guardava fuori dalla finestra. Invece tra le condizioni dell'alta definizione al muro bianco non sono state riscontrate differenze significative.
Il risultato della ricerca è interessante su due versanti. Innanzitutto per l'effetto positivo che può avere la natura. In secondo luogo, suggerisce delle riflessioni, come riferito da Peter Kahn al 'Journal of Environmental Psychology' su cui è stata pubblicata la ricerca. Infatti se la tecnologia è utile, basti pensare a Discovery Channel e Animal Planet, ma non può sostituirsi l'esperienza diretta con la natura. "Come specie – spiega Kahn - abbiamo bisogno di interazione con la natura reale per il nostro benessere fisico e psicologico".
mercoledì 11 giugno 2008
EFFETTO 'COCKTAIL PARTY'
In un contesto rumoroso e caotico, dove siamo bombardati da mille stimoli spesso incomprensibili, all'immprovviso può capitare di distinguere qualcosa chiaramente, che attira la nostra attenzione. Pensiamo ad un caso reale, in cui tutti pù o meno è capitato di trovarsi. Siamo ad una festa, musica, vociare, rumori vari giungono alle nostre orecchie indistintamente. La situazione è caotica, ma all'improvviso, un rumore, una voce sembra sovrastare le altre, non perchè la persona stia gridando, ma all'improvviso, quella voce ci colpisce ed attira la nostra attenzione.
Questo fenomeno è già noto, fin dal 1953, ed è conosciuto come effetto 'Cocktail party': di fronte ad un bombardamento continuo e confuso di stimoli, l'uomo riesce ad essere immediatamente reattivo quando capta qualcosa che interessa. Il fenomeno è stato chiamato 'Cocktail party' proprio perchè una festa è il luogo tipico dove si verifica, ma potremmo dire, che nella rumorosa società attuale, senza questa capacità avremmo serie difficoltà a socializzare!
Se il fenomeno era già noto, non si sapeva da quale regione o meccanismo cerebrale derivasse. Alexander Gutschalk, dell'Università Rupecht-Karl di Heidelberg, riferisce la sua scoperta alla rivista Plos Biology. L'effetto 'Cocktail party' si origina nella corteccia uditiva secondaria del lobo temporale.
Lo studio che ha condotto alla scoperta è stato condotto utilizzando la magnetoencefalografia. E' stato monitrato l'effetto, ovvero è stata registrata l'area cerebrale che si attivava quado un soggetto riusciva ad identificare un rumore tra tanti indistinti.
I risultati innanzitutto confermano l'esistenza del fenomeno. In parte non stupisce che l'area si trovi proprio nella corteccia secondaria: è qui, infatti, che le percezioni umane vengono integrate ed arrichite con elementi di complessità.
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mercoledì 4 giugno 2008
LA MAPPA DEGLI ODORI
L’olfatto è il senso maggiormente sviluppato alla nascita, tuttavia si può affermare che nell’uomo sia molto meno evoluto rispetto ad altri animali, per esempio rispetto ai nostri amici cani. Nonostante l’importanza che riveste nella nostra vita di tutti i giorni (basti pensare che, se anche abbiamo sotto gli occhi una pietanza succulenta, ma con un pessimo odore, non la mangiamo!), è il senso meno conosciuto e meno studiato.
Gli scienziati del Weizmann Institute of Science di Israele hanno tracciato la prima mappa degli odori. Lo studio ha raccolto e catalogato un’incredibile quantità di dati, che per il momento hanno permesso di meglio comprendere le basi che regolano il nostro olfatto, e che permetterà di digitalizzare gli odori.
Lo studio, pubblicata sulla rivista scientifica di “Nature Methods”, contribuisce a capire meglio le basi del nostro olfatto. In particolare ha avuto il pregio di oggettivizzare un senso da molti ritenuto esclusivamente soggettivo. Il risvolto che potrebbe avere questa ricerca, e quelle che ne seguiranno, è di influenzare le ricerche di marketing per lo studio di nuovi prodotti profumati!
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