Su Psychological Science è di recente apparso un'interessante studio che correla il carattere freddo e la tendenza a perecpire una temperatura inferiore alla solitudine delle persone. Lo stato psicologico influenzerebbe pertanto la percezione della temperatura. Vediamo come i ricercatori sono giunti a queste conclusioni.
I ricercatori della Rotman School of Management dell'University of Toronto hanno condotto due esperimenti per mostrare come l'isolamento e l'ambiente scarsamente accogliente influiscano sulla temperatura delle persone.
Il primo esperimento prevedeva che i partecipanti ripensassero a due precise esperienze vissute in passato: una doveva riguardare un episodio di coinvolgimento sociale, mentre l'altra al contrario uno stato di esclusione. Per ciascuno di questi avvenimenti veniva chiesto di indicare la temperatura dell'ambinete esterno in cui i soggetti si trovavano durante l'episodio. le valutazioni delle persone hanno mostrato di avere un'ampia gamma, con temperature che oscillavano tra i 20 e i 40 gradi centigradi.
Associando le situazioni simili, i ricercatori hanno potuto notare che le temperature più basse venivano riferite in modo significativamente maggiore da quei soggetti che erano anche i più soli e soggetti ad isolamento sociale.
Il secondo esperimento ha permesso di portare ulteriori dati in favore dei primi risultati emersi: questa volta però i partecipanti si confrontavano con una situazione costruita ad hoc in laboratorio. Ai soggetti veniva chiesto di giocare tra loro a pallone via computer, il programma tuttavia era studiato per offrire maggiori occasioni di gioco agli uni rispetto agli altri. Alla fine della sessione si chiedeva alle persone se preferivano consumare bevande calde o fredde.
Anche in questo caso chi aveva ricevuto meno volte la palla, aveva pertanto partecipato molto poco e aveva vissuto una situazione di esclusione dal gioco preferiva bevande calde in misura maggiore di chia aveva invece avuto numerose occasioni di coinvolgimento. Secondo i ricercatori la spiegazione va ricercata nel fatto che le persone che si sentono isolate, percepiscono maggiormente freddo e hanno pertanto maggiore desiderio di alimenti caldi, in grado di compensare la spiacevole sensazione di freddezza.
Lo studio, oltre al suo notevole interese per aver messo in collegamento aspetti psicologici e aspetti fisici in modo innovativo, a parere dell'autrice possiede anche il pregio di evidenziare come etichette comuni servano in modo duplice a definire sia la personalità che la sensorialità di una persona, secondo canali preferenziali che derivano probabilmente da fonti neurali o di azione comuni.
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