La musica influisce positivamente non solo sul nostro umore ma anche sulle nostre prestazioni fisiche. Ogni tipologie di allenamento e di esercizio richiede un adeguato sottofondo musicale, in modo da migliorare le performances. Sono le conclusioni a cui è giunto il Dr. Costas Karageorghis e il suo tema della Brunel University di Londra.
Entrando in palestra si è accolti spesso dalla musica. Ma il sottofondo sonoro non deve essere considerato semplicemente un decoro, una scelta estetica per coprire i rumori degli attrezzi ed accompagnare le nostre fatiche al tapi roulant. La musica influisce positivamente sulle performances atletiche, basta trovare il ritmo giusto in relazione all’esercizio da svolgere e al nostro stato fisico.
La musica in altre parole dà la carica, ma questo era già noto. Sono stati però recentemente studiati i meccanismi alla base di questo fenomeno. Il primo a analizzare scientificamente il fenomeno è stato Daniel J. Levitin, neuroscienziato e direttore del “Laboratory for music perception, cognition and Expertise” presso la McGill University. Dagli studi di Levitin è emerso che durante l’ascolto di brani musicali il cervello produce una risposta chimica, ossia modificazioni dei livelli di dopamina che influiscono su battito cardiaco, respirazione e sudorazione.
Il Dr. Costas Karageorghis, esperto di psicologia dello sport, in collaborazione con la Brunel University di Londra, ha provato ad applicare le precedenti scoperte di Levitin al mondo dello sport e del fitness. Ha sottoposto 30 volontari ad esercizi fisici in una palestra, facendogli ascoltare contemporaneamente canzoni pop rock.
Ha così ottenuto performances migliori del 15% in termini di resistenza fisica (con punte intorno al 20%).
La ricerca di Karageorghis ha inoltre cercato di individuare i generi più indicati: infatti, non tutte le tipologie di musica risultano adatte ma vanno pensate in relazione all’età e alla tipologia di allenamento. Non si deve dunque pensare che vada bene solo una musica veloce e ritmata. Per esempio, un ritmo lento aiuta le persone anziane, ma non solo, a compiere movimenti più armoniosi, e a terminare gli esercizi più facilmente.
Se vuoi saperne di più riguardo gli effetti della musica sulle funzioni cerebrali leggi “Effetto Vivaldi”
Foto by mikebaird
giovedì 6 novembre 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento