martedì 8 luglio 2008

STO-NATI

Secondo una recente ricerca l’essere stonati non dipende tanto da digiuno o avversione musicale, bensì dal nostro cervello. In quest’otica non esitono training in grado di modificare l’amusia, se non precoci, ma non disperiamoci: possiamo sempre canticchiare sotto la doccia!

L’amusia è il termine utilizzato per indicare l’incapacità o difficoltà di riconoscere correttamente i suoni e di conseguenza l’incapacità di produrre pattern musicali piacevoli. Senza entrare nei casi gravi di amusia (incapacità settoriale di riconoscimento di un dato suono, ad esempio il pianto infantile) né in quelli di incapacità indotta a seguito di traumi fisici subiti, possiamo dividere l’essere stonati in due diversi tipi. L’amusia ritmica è tipica di chi non riesce a seguire a tempo o a riprodurre con il ritmo corretto una melodia precedentemente udita, mentre l’amusia tonale è l’incapacità generica di cantare correttamente una canzone.

Il recente studio di Isabelle Peretz, studiosa presso il Department of Psychology all’ University of Montreal, ha mostrato che responsabile dell’errata intonazione non è tanto l’area cerebrale della corteccia uditiva, ma in regioni specifiche collocate nell’emisfero destro. Se l’essere stonati non viene corretto in fase infantile precoce, quando le connessioni neurali e la struttura cerebrale è dotata di elevata plasticità, si confermano pattern “disfunzionali” che portano ad essere stonati.
Tali aree divengono incapaci di distinguere suoni diversi per semitoni inferiori, ma produce in modo più intenso semitoni maggiori.

La dott. Peretz continua tuttora ad occuparsi di studi in ambito musicale e uditivo e prossimamente verranno pubblicati i risultati della sua attuale ricerca sulla capacità discriminativa sonora del cervello.

Per chi fosse interessato, nel nostro blog abbiamo parlato più volte dei legami tra musica e psicologia, per quanto riguarda il fenomeno dell’orecchio assoluto e delle applicazioni cliniche del suono.

Foto by gettyimages

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