Senza l’auto non potremmo più vivere, ma una volta chiusa la portiera si è subito stressati dalla guida e dal traffico. Vanderbilt nel suo libro “Trafficologia” racconta il traffico da più punti di vista e nelle diverse culture.
Siamo in autostrada, in partenza per il tanto sospirato weekend di relax, e neanche a pensarci, nonostante aver a lungo pensato all’orario migliore per partire ed evitare il traffico eccoci lì, fermi nell’autostrada intasata dal traffico.
Ma oltre all’attesa infinita, guardiamo accanto a noi e miracolosamente nonché inspiegabilmente nella corsia accanto a noi le auto defluiscono tranquille. Perché? Rischiare e passare di là?
Siamo in un ritardo tremendo, c’è traffico per la strada, ma scorre veloce, se non fosse proprio per l’auto davanti a noi, che si mantiene costante sui 45 km orari e non è possibile superare. Che fare? Sorpasso, manovra impossibile, anche se quei 10 secondi guadagnati sembrano importantissimi. E poi si arriva al semaforo e la macchina di fronte a noi, nonostante l0incredibile cura nel mantenersi nei limiti di velocità previsti, passa beatamente con il rosso, mentre noi, diligenti ci fermiamo…
Questi sono solo due degli interminabili esempi, che sicuramente ad ognuno di voi saranno venuti in mente sul guidare e sul traffico. Fenomeni inspiegabili e quasi paradossali, che ci accadono non appena usciamo da garage, convinzioni infondate sul traffico che tuttavia guidano il nostro comportamento.
Tom Vanderbilt ha raccolto opinioni di psicologi, sociologi, statistici e urbanisti per spiegare il complesso fenomeno del traffico. Ne è risultato un libro “Trafficologia. Perché le donne causano ingorghi e gli uomini incidenti mortali” (ed. Rizzoli) che aiuta a spiegare il ragionamento alla guida e a dissipare infondati pregiudizi e spiegazioni ingenue.
Il traffico e l’auto, strettamente interconnessi tra loro, sono diventate ormai un elemento importante della vita dell’uomo moderno. Gioie e dolori, emozioni e elucubrazioni su questo aspetto che fa di fatto parte della vita sociale.
Foto by richardmasoner
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