Molti bambini hanno oggi ha disposizione un computer e la possibilità di navigare, molti meno vengono supervisionati da un adulto mentre lo fanno, né hanno a disposizione dei filtri studiati appositamente. La conseguenza è che sono numerosi i casi nei quali i bambini vengono adescati via internet.
Nasce per questo un progetto di Unicef e Microsoft, in collaborazione con la Polizia di Stato e la Polizia Postale, rivolto a scuole e genitori. Lo scopo è insegnare ad utilizzare in modo corretto e sicuro il web, restando alla larga da siti pericolosi o comunque inadatti. Da un lato la formazione è offerta ai bambini, i diretti interessati, tramite giochi; dall’altra però è soprattutto rivolta a genitori ed insegnanti, cui spetta il difficile compito di selezionare i materiali adatti.
Accanto si pongono poi proposte e soluzioni maggiormente ”commerciali” costituite dall’installazione di filtri ad hoc. Dal punto di vista dell’autrice sono sì necessari, per garantire ai minori una possibilità ulteriore in assenza delle figure parentali, ma non potranno mai sostituire la cura attenta e le spiegazioni di un adulto. Anche perché è giusto preservare i giovani, ma sarebbe sbagliato illuderli del fatto che certe cose semplicemente non esistono.
Sono 1000 le scuole di livello secondario coinvolte, ma per tutti sono a disposizione materiali ed informazioni all’indirizzo www.apprendereinrete.it
Il progetto prevede sia lezioni in aula che incontri on line e si protenderà fino alla fine dell’anno scolastico.
Nasce per questo un progetto di Unicef e Microsoft, in collaborazione con la Polizia di Stato e la Polizia Postale, rivolto a scuole e genitori. Lo scopo è insegnare ad utilizzare in modo corretto e sicuro il web, restando alla larga da siti pericolosi o comunque inadatti. Da un lato la formazione è offerta ai bambini, i diretti interessati, tramite giochi; dall’altra però è soprattutto rivolta a genitori ed insegnanti, cui spetta il difficile compito di selezionare i materiali adatti.
Accanto si pongono poi proposte e soluzioni maggiormente ”commerciali” costituite dall’installazione di filtri ad hoc. Dal punto di vista dell’autrice sono sì necessari, per garantire ai minori una possibilità ulteriore in assenza delle figure parentali, ma non potranno mai sostituire la cura attenta e le spiegazioni di un adulto. Anche perché è giusto preservare i giovani, ma sarebbe sbagliato illuderli del fatto che certe cose semplicemente non esistono.
Sono 1000 le scuole di livello secondario coinvolte, ma per tutti sono a disposizione materiali ed informazioni all’indirizzo www.apprendereinrete.it
Il progetto prevede sia lezioni in aula che incontri on line e si protenderà fino alla fine dell’anno scolastico.
foto by bastet
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