Casi di cronaca degli ultimi anni hanno attirato l’attenzione su un problema diffuso, la depressione post-partum. Uno studio norvegese, pubblicato sull’ultimo numero del Journal of the American Medical Association (JAMA), ha studiato il delicato periodo immediatamente successivo alla nascita di un figlio, come molto rischioso anche per i padri.
Lo studio è stato condotto su un campione di oltre due milioni e trecentomila individui con la finalità di stimare il rischio di disturbi mentali dopo il parto. I risultati mostrano un rischio non solo per le madri, ma il periodo può risultare molto problematico anche per i giovani padri. La fascia più a rischio risulta essere quella dei più giovani, tra i 18 e i 25 anni, dove l’incidenza della depressione legata alla nascita del primo figlio è più alta in entrambi i sessi. Con l’aumentare dell’età tale incidenza tende ad assestarsi sui valori definiti normali: il dieci per cento nel caso delle mamme e il quattro per cento nel caso dei padri nei tre mesi immediatamente successivi alla nascita.
Tale depressione è però causata da fattori differenti. Nelle madri, infatti, è dovuta a cause più fisiologiche, un calo di ormoni che si verifica dopo il parto. Mentre nel caso dei padri è il senso di responsabilità o di inadeguatezza a far sviluppare una sorta di preoccupazione che solo in casi rari diviene pervasiva e sfocia in depressione.
Lo studio ha voluto analizzare questo periodo così difficile per i neogenitori, non solo per valutare il benessere degli adulti ma anche per prevenire fattori di rischio per il neonato. Non sono infatti rari ricoveri in ospedali per i bambini con genitori con depressione post-partum nel primo anno di vita.Un sostegno psicologico e pratico per le coppie, soprattutto se giovani, è dunque essenziale per evitare non solo che i genitori sperimentino episodi di depressione ma anche che i figli crescano in un ambiente poco tranquillo e accogliente in cui vengono percepiti come un elemento estraneo alla vita condotta in precedenza.
Lo studio è stato condotto su un campione di oltre due milioni e trecentomila individui con la finalità di stimare il rischio di disturbi mentali dopo il parto. I risultati mostrano un rischio non solo per le madri, ma il periodo può risultare molto problematico anche per i giovani padri. La fascia più a rischio risulta essere quella dei più giovani, tra i 18 e i 25 anni, dove l’incidenza della depressione legata alla nascita del primo figlio è più alta in entrambi i sessi. Con l’aumentare dell’età tale incidenza tende ad assestarsi sui valori definiti normali: il dieci per cento nel caso delle mamme e il quattro per cento nel caso dei padri nei tre mesi immediatamente successivi alla nascita.
Tale depressione è però causata da fattori differenti. Nelle madri, infatti, è dovuta a cause più fisiologiche, un calo di ormoni che si verifica dopo il parto. Mentre nel caso dei padri è il senso di responsabilità o di inadeguatezza a far sviluppare una sorta di preoccupazione che solo in casi rari diviene pervasiva e sfocia in depressione.
Lo studio ha voluto analizzare questo periodo così difficile per i neogenitori, non solo per valutare il benessere degli adulti ma anche per prevenire fattori di rischio per il neonato. Non sono infatti rari ricoveri in ospedali per i bambini con genitori con depressione post-partum nel primo anno di vita.Un sostegno psicologico e pratico per le coppie, soprattutto se giovani, è dunque essenziale per evitare non solo che i genitori sperimentino episodi di depressione ma anche che i figli crescano in un ambiente poco tranquillo e accogliente in cui vengono percepiti come un elemento estraneo alla vita condotta in precedenza.
foto by edodn
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