L’uomo è un essere comunicante. La comunicazione, infatti, riveste un ruolo molto importante nella vita delle persone. Non può essere semplicemente considerata uno strumento per ottenere beni e per soddisfare i propri bisogni. La comunicazione è una vera e propria dimensione psicologica, costituente per l’uomo. Infatti la comunicazione sta alla base della creazione e mantenimento delle relazioni a livello micro, e della costituzione di comunità a livello macro poiché consente la condivisione di significati.
Un’interessante studio ha indagato l’influenza delle conversazioni su memoria ed attività cognitive.
La ricerca è stata condotta da Oscar Ybarra, psicologo dell’Institute for Social Research dell’Università del Michigan. Lo studio ha coinvolto 3.610 persone di età compresa tra i 24 e i 96 anni, che sono state sottoposte al ‘mini-mental exam’, inoltre sono state registrate le loro abitudini riguardo i contatti sociali (frequenza e durata delle conversazioni, sia face to face, sia mediate dal telefono). La finalità era quella di indagare il legame tra relazioni sociali e rendimento cognitivo. Per questo motivo è stato utilizzato il ‘mini-mental exam’, test che valuta le conoscenze di carattere generale e la working memory.
Dai risultati è emersa una correlazione significativa tra frequenza dei contatti sociali e ‘mini-mental exam’. Quanto più frequenti sono le relazioni sociali, più sono positive le capacità cognitive. Sembrerebbe dunque che le conversazioni siano un allenamento mentale, e migliorino le abilità cognitive. "Questo esperimento mostra come le interazioni sociali influenzino direttamente la memoria e la performance mentale in modo positivo - ha commentato Ybarra - come se fare una conversazione con un amico avesse gli stessi effetti positivi di fare le parole crociate". Gli effetti dell’isolamento sociale non sono invece stati indagati, e per questo è solo possibile ipotizzare un effetto negativo sulle abilità cognitive, che rimane tuttavia da approfondire.