martedì 9 ottobre 2007

INNOVATIVA MACCHINA DELLA VERITA’

Un nuovo strumento scientifico per la rilevazione della menzogna è stato elaborato da G. Sartori, docente di Neuroscienze cognitive presso l’università di Padova. Tale apparecchio garantisce un affidabilità pari al 92% ma i dubbi sugli strumenti per la rilevazione della verità o meno dei resoconti delle persone permangono.

Dalla comparsa pionieristica della prima macchina della verità i metodi si sono raffinati, per eludere i principali problemi, tuttavia rimangono numerosi i dubbi relativi alle misurazioni.
Gli strumenti più famosi per la rilevazione della menzogna sono:


  • Il poligrafo, uno strumento che si basa sulle alterazioni di battiti cardiaci, pressione e sudorazione. Tuttavia le modifiche sono spesso causata dal livello di stress o da alterazioni croniche della persona.

  • Il Brain fingerprinting, che consiste nel mostrare all’indiziato scene pertinenti all’argomento mescolate ad altre neutre. Tramite sensori collegati alla testa si rileva il livello di attivazione cerebrale.

  • L’elmetto della verità, basato sugli indicatori forniti dalla risonanza magnetica funzionale, ma molto suscettibile ai movimenti corporei che possono invalidare le rilevazioni.

Il nuovo strumento proposto da Sartori è l’ultimo ritrovato e a detta dell’autore permette affidabilità maggiore rispetto ai precedenti agendo per via diretta: le rilevazioni sono duplici, da un lato una speciale cuffia monitora l’attivazione cerebrale delle diverse aree neurali, dall’altra un meccanismo registra i tempi di reazione durante la risposta.

Quante più aree sono associate e con elevata intensità, quanto più il processo è globale e implica, oltre al ricordo, anche una fase di elaborazione attiva, possibile indice di menzogna. Inoltre maggiore è il tempo impiegato per la risposta, maggiore è la probabilità che il ricordo vero venga bloccato e filtrato prima di venire emesso.

Tuttavia tutti gli strumenti risentono dell’intrinseco limite delle caratteristiche individuali: i tempi di elaborazione e l’attivazione non sono uguali per tutti, e la questione si complica maggiormente in persone affette da disturbi fisici o psichici. Se il monitoraggio costate e prolungato può diradare i dubbi, è ovvio che siamo ben lungi da ottenere una bocca della verità così valida da poter essere usata in campo criminologico,perlomeno non come unico strumento di accusa-assoluzione.

Foto by menalbi

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