mercoledì 3 ottobre 2007

LA DIFFICILE STRADA DELLA COMUNICAZIONE SOCIALE

Abbiamo parlato da pochi giorni della nuova campagna shock sull’anoressia, ma anche un altro tema preoccupa oggi la comunicazione sociale. Gli adolescenti che si mettono alla guida sarebbero, secondo una recente indagine, più incauti e impreparati dei giovani di qualche anno fa. La comunicazione del rischio non è stata in grado di trovare forme soddisfacenti di espressione. Vediamo perché.

L’Università La Sapienza di Roma ha condotto un’indagine sugli adolescenti per verificare l’influenza della comunicazione sulla sicurezza stradale; i dati emersi non sono però rassicuranti. Innanzitutto la conoscenza delle regole della strada è gravemente insufficiente, mentre le campagne sociali non riuscirebbero a tamponare i danni.

Ciò è dovuto, secondo la ricerca condotta dalla Facoltà di scienze della Comunicazione, da modalità errate di presentazione del rischio. Come nel caso dell’anoressia, una campagna di sensibilizzazione non è tale se si presenta con toni violenti, siano essi nelle immagini o nel verbale.

Verbi come divieto, imposizione o anche lessemi strettamente emotivi come morte, coma e mutilazione portano ad un rifiuto dell’elaborazione del messaggio piuttosto che ad una sua assimilazione; d’altro canto le immagini dotate di forza visiva eccessiva innescano repulsione e distacco, invece che venire ricordate come supporto alla dissuasione.

Tra gli obiettivi delle campagne sociali devono pertanto rientrare l’espressione dell’emotività in termini affettivi e motivazionali, senza presenza di arousal eccessivi, e comunicazioni strategiche sul piano cognitivo e razionale piuttosto che illogico e viscerale. Un tentativo che già studi precedenti hanno tentato di esaminare.

Foto by andrea..

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