Secondo l’Approccio Embodied le emozioni si esprimono attraverso i muscoli, ma anche chi le codifica e riceve mette in atto dei micro-movimenti per poterle riconoscere. Secondo Ramachandran la tensione o impegno dei muscoli deputati al riconoscimento delle emozioni, soprattutto di quelli facciali, interagisce con la capacità di nominarle.
Social Neuroscience ha pubblicato una ricerca condotta da Ramachandran e colleghi che mostra come l’intervento di tre fattori immobilizzanti o interferenti con l’espressione facciale delle emozioni ne alteri anche il riconoscimento.
12 soggetti venivano sottoposti a volti che rappresentavano 4 emozioni in 4 differenti intensità, il loro compito consisteva nel riconoscere l’emozione mostrata e nell’indicarne l’intensità.
I gruppi sperimentali erano tre: il primo masticava un chewin-gum; il secondo stringeva tra i denti una penna in orizzontale e infine il terzo stringeva una penna con le labbra in posizione verticale.
I risultati relativi alla felicità hanno mostrato che tenere in bocca la penna in orizzontale inibisce l’emozione della gioia, dato che sono proprio i muscoli perilabiali a favorirne il riconoscimento; mentre la gomma da masticare interferisce soltanto quando si trova in posizioni che impegnano i muscoli labiali e del sorriso.
Per le altre emozioni i risultati sono stati meno significativi, con un eccezione per il disgusto. In ogni caso l’Approccio Embodied sembra essere una buona strada per riunire i filoni della biologia e della psicologia, in vista di un’elaborazione comune delle famiglie di emozioni e delle reazioni centrali e periferiche ad esse connesse.
Social Neuroscience ha pubblicato una ricerca condotta da Ramachandran e colleghi che mostra come l’intervento di tre fattori immobilizzanti o interferenti con l’espressione facciale delle emozioni ne alteri anche il riconoscimento.
12 soggetti venivano sottoposti a volti che rappresentavano 4 emozioni in 4 differenti intensità, il loro compito consisteva nel riconoscere l’emozione mostrata e nell’indicarne l’intensità.
I gruppi sperimentali erano tre: il primo masticava un chewin-gum; il secondo stringeva tra i denti una penna in orizzontale e infine il terzo stringeva una penna con le labbra in posizione verticale.
I risultati relativi alla felicità hanno mostrato che tenere in bocca la penna in orizzontale inibisce l’emozione della gioia, dato che sono proprio i muscoli perilabiali a favorirne il riconoscimento; mentre la gomma da masticare interferisce soltanto quando si trova in posizioni che impegnano i muscoli labiali e del sorriso.
Per le altre emozioni i risultati sono stati meno significativi, con un eccezione per il disgusto. In ogni caso l’Approccio Embodied sembra essere una buona strada per riunire i filoni della biologia e della psicologia, in vista di un’elaborazione comune delle famiglie di emozioni e delle reazioni centrali e periferiche ad esse connesse.
foto by sara carallo
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