foto by confusedvision
La scorsa settimana abbiamo trattato di temi importanti sotto diversi aspetti:
- i media, più o meno nuovi, continuano a far discutere la comunità scientifica sui loro effetti, presunti o reali, sul pubblico di riferimento. È il caso della televisione, medium sui quali si sono svolte numerose analisi e che ancora una volta si dimostra fonte di patologie e dipendenze se usato nel modo scorretto. Ma è anche il caso della nuova rivoluzione digitale, dettata dal passaggio della televisione dall’analogico al digitale, con tutti i problemi di usabilità e digital divide che tale shift comporta.
- La neurobiologia però, oltre alle recenti applicazioni della cyberpsicologia, continua le sue ricerche su analogie e differenze tra cervello umano e animale, con tutte le conseguenze e le abilità cognitive che tal diversità comportano.
- Sempre le abilità cognitive sono al centro di una curiosa ricerca condotta da M. Plance sulle capacità “meta” dell’uomo nella lettura anticipata delle intenzioni delle persone con cui ha a che fare.
- Uno sguardo va rivolto, oltre che alla dimensione interazionale, a quella più strettamente sociale dell’uomo: l’ambiente di lavoro influisce sul benessere e la resa delle persone ma può essere inficiato da fenomeni come il mobbing.
- Infine marcia indietro sulla diagnosi della depressione: il male del secolo non viene del tutto per nuocere, ma può venire letto come strategia adattiva volta alla ricerca di attenzione da parte di altri, e con sorprendenti esiti positivi.
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