La paura di stare male può portare a provare veramente dolore. Gli effetti collaterali descritti sulle confeszioni dei farmaci possono influenzare a tal punto che alcune persone arrivano a mostrare i sintomi elencati. Questo è l’effetto nocebo, molto indagato recentemente dagli scienziati.
La forza dell’effetto placebo è da tempo conosciuta, ma da poco si è iniziato ad indagare la forza del suo corrispettivo “negativo”. Pensare ad una malattia, pensare che ci possa colpire, sembra facilitare l’insorgenza della stessa.
L’effetto nocebo, dal latino nocere (nuocere) è particolarmente dannoso per la nostra salute. Basta semplicemente leggere gli effetti collaterali descritti sulle confezioni dei farmaci, per provocare i sintomi descritti. Il professor Arthur J. Barsky, direttore del centro di ricerche psicosomatiche Brigham and Women’s Hospital a Boston, ha condotto uno studio dimostrando che pazienti che si aspettano la comparsa di effetti collaterali abbiano molte più possibilità di manifestarne gli effetti.
Arthur Barsky ha infatti rilevato che persone che erano informate sui possibili problemi gastrointestinali dovuti all’assunzione di aspirina hanno manifestato questi sintomi, in una quantità di casi significativamente superiore a chi non ne era a conoscenza. In un ulteriore studio ha rilevato che tra le persone che dichiarano di essere allergiche alla penicillina, solo il 10% era realmente allergico.
Le persone che risultano essere le vittime favorite dell’effetto nocebo, spesso soffrono d’ansia e di depressione. Non risultano invece esserci diferenze significative di genere. Nei molteplici studi al riguardo, iniziati dal 1992, non c’è alcuna prova scientificamente valida che si presenti maggiormente in uomini o donne o in categorie specifiche di persone. E’ stato invece verificato la forte influenza sociale e culturale, poiché l’effetto nocebo è sostanzialmente la proiezione delle nostre aspettative.
Personalmente ritengo che i risultati ottenuti sull’effetto nocebo dovrebbero essere maggiormente divulgati. Spesso infatti c’è un uso sconsiderato dei farmaci, dovuto alla paura del dolore. Le suggestioni hanno un peso rilevante sulla nostra salute ma sono ancora troppo spesso sottovalutate.
La forza dell’effetto placebo è da tempo conosciuta, ma da poco si è iniziato ad indagare la forza del suo corrispettivo “negativo”. Pensare ad una malattia, pensare che ci possa colpire, sembra facilitare l’insorgenza della stessa.
L’effetto nocebo, dal latino nocere (nuocere) è particolarmente dannoso per la nostra salute. Basta semplicemente leggere gli effetti collaterali descritti sulle confezioni dei farmaci, per provocare i sintomi descritti. Il professor Arthur J. Barsky, direttore del centro di ricerche psicosomatiche Brigham and Women’s Hospital a Boston, ha condotto uno studio dimostrando che pazienti che si aspettano la comparsa di effetti collaterali abbiano molte più possibilità di manifestarne gli effetti.
Arthur Barsky ha infatti rilevato che persone che erano informate sui possibili problemi gastrointestinali dovuti all’assunzione di aspirina hanno manifestato questi sintomi, in una quantità di casi significativamente superiore a chi non ne era a conoscenza. In un ulteriore studio ha rilevato che tra le persone che dichiarano di essere allergiche alla penicillina, solo il 10% era realmente allergico.
Le persone che risultano essere le vittime favorite dell’effetto nocebo, spesso soffrono d’ansia e di depressione. Non risultano invece esserci diferenze significative di genere. Nei molteplici studi al riguardo, iniziati dal 1992, non c’è alcuna prova scientificamente valida che si presenti maggiormente in uomini o donne o in categorie specifiche di persone. E’ stato invece verificato la forte influenza sociale e culturale, poiché l’effetto nocebo è sostanzialmente la proiezione delle nostre aspettative.
Personalmente ritengo che i risultati ottenuti sull’effetto nocebo dovrebbero essere maggiormente divulgati. Spesso infatti c’è un uso sconsiderato dei farmaci, dovuto alla paura del dolore. Le suggestioni hanno un peso rilevante sulla nostra salute ma sono ancora troppo spesso sottovalutate.
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