venerdì 2 marzo 2007

DIGITALIZZAZIONE E DIGITAL DIVIDE

Del fenomeno del digital divide, dell’importanza della sua riduzione se n’è già parlato, tuttavia finora aveva sempre riguardato l’area di pc e internet. Con il passaggio dala televisione analogica a quella digitale, avvenuta oggi soltanto a Cagliari, il fenomeno si estende anche al media televisivo. Quali sono le difficoltà e quali invece i vantaggi?

Alle tre di questa mattina a Cagliari i canali Rai2 e Rete4 si sono spenti per passare alla sola modalità digitale. Il passaggio si dovrebbe completare in Sardegna per la fine di Marzo e coinvolgerà a breve il resto d’Italia.
La digitalizzazione comporta numerosi vantaggi, anche se sussitono numerosi tecnodistopici contro, purchè venga bene utilizzata.
Siamo consapevoli che ogni mutamento, in qualunque direzione avvenga, provoca sempre nei soggetti coinvolti una resistenza, dovuta alla necessità/obbligo di ristrutturare le proprie abitudini e apprendere nuove modalità di utilizzo (si veda l’uso del decoder), tuttavia l’analisi benefici/svantaggi deve essere condotta in modo realistico.

Il cambiamento viene proposto a fronte della saturazione dello spazio televisivo disponibile, che non permette a nuove emittenti di nascere e trasmettere e anche perché la qualità della visione digitale è migliore, meno influenzata dalla presenza di “rumore” e interferenze.

I problemi però non mancano. Le emittenti si trovano di fronte alla difficoltà di stabilire i tempi del passaggio, ma questo, se vogliamo, è un problema soltanto di gestione dei tempi, che si assesterà con la formazione del sistema in tutta l’Italia.
Ben più difficili sono le problematiche legate ai vantaggi diretti e propinati da questa rivoluzione tecnologica.

Primo, la democratizzazione auspicata rischia di non avvenire: ad esempio Rete4 copre sul digitale lo stesso spazio che aveva sull’analogico, con due emittenti uguali ma a definizione diversa, probabilmente offrendo comunque contenuti extra ma non aprendo la via a nuovi soggetti. E probabilmente tutte le grandi emittenti agiranno in modo analogo, offrendo sì maggiori contenuti, ma non rinnovando fonti e visioni.

Secondo, non dimentichiamoci che digital divide è anche fare in modo che tutte le persone godano delle stesse opportunità culturali, permettendosi la visione digitale e i costi aggiuntivi che questa comporta (cambio del televisore, acquisto del decoder..). Basteranno gli incentivi statali a garantire uguale televisione per tutti?

Foto by Nicola Asuni

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