Percepiamo il tempo in base a ciò che osserviamo e attraverso diversi orologi interni. E’ quanto è emerso dal recente studio pubblicato dalla rivista “Nature Neuroscience” e condotto da ricercatori delle Università di Firenze, Pisa e Milano.
La percezione del tempo da parte del cervello dipende da cosa si osserva. Gli stimoli visivi che raggiungono il nostro cervello sono cronometrati da tanti orologi interni regolati a ritmi diversi, che suddividono la realtà che ci circonda in tanti “fusi orari” . Questo ci fa percepire uno stimolo in modo dilatato o compresso in base alle nostre necessità.
La scoperta è stata fatta dai ricercatori David Burr del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Firenze, Maria Concetta Morrone dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano e Arianna Tozzi dell’Istituto di Neuroscienze del CNR di Pisa, grazie ad un progetto sostenuto dai finanziamenti del VI Programma Quadro dell’Unione Europea (NEST, MEMORY), del National Health and Medical Research Council australiano e del Ministero dell’Università e della Ricerca italiano.
Il disegno di ricerca prevedeva che i soggetti venissero monitorati mentre guardavano linee bianche e nere che si muovevano velocemente in una piccola finestra circolare. Veniva poi visualizzata una differente immagine, sempre nella stessa finestra, di cui il soggetto doveva indicarne la durata di visualizzazione.
I soggetti in generale ritenevano che l’immagine mostrata rimanesse visualizzata per un tempo sempre più breve, come atteso dai ricercatori. Infatti il nostro cervello, dopo una prolungata esposizione, incorre nell’adattamento, diventando meno reattivo allo stimolo stesso, come, per esempio, avviene in un ambiente con elevata illuminazione.
Non era atteso invece che tale meccanismo si attivasse anche nei confronti del tempo e che fosse legata alla posizione nello schermo. Infatti, se l’immagine veniva proiettata in altre parti del campo visivo il soggetto aveva una percezione del tempo maggiormente corretta.
Il nostro cervello non è dunque governato da un unico orologio centrale, ma da tanti orologi interni, alcuni più lenti e altri più veloci, che ci fanno percepire in modo variabile lo scorrere del tempo.
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