L'esigenza nasce dai creatori stessi della piattaforma virtuale, incuriositi dalle caratteristiche del loro pubblico. Si tratta certo di una sfida, dato che impiegare tanto tempo alla creazione di una avatar che viva una nostra vita parallela è più un'esigenza di fuga che non di appartenenza alla realtà. Ma in fondo questi luoghi hanno ormai caratteristiche vivide tali da intersecarsi con la quotidianità. Forse l'aspetto delle persone in Second life è radicalmente differente dalla loro fisionomia, ma sentimenti e atteggiamenti tendono sempre più ad essere realistici. C'è chi usa la piattaforma come luogo di lavoro, per convention e incontri, e chi come sostituto all'uscita con gli amici.
Insolito il posto, la campagna toscana, un parco adibito e attrezzato con le tecnologie avanzate e lineee ad alta velocità, normalmente non presenti. Il messaggio: un avatar vive anche con computer lenti e fa parte della realtà. Un'ottima occasione per chi, alla parola Second life, si guarda intorno preoccupato.
Foto by rikolikesbikes
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