Un recente studio americano ha dimostrato che le neomamme presentano una memoria migliore a seguito della gravidanza, seppur a fronte di dimenticanze banali. Sarebbe tutto da attribuirsi ad una questione biologica di sopravvivenza, vediamo perché.
Nei primi tre mesi di maternità può comparire nelle madri una specifica amnesia selettiva, di durata limitata al periodo immediatamente dopo il parto, che fa sì che le novelle madri dimentichino oggetti e commissioni per così dire inessenziali alla vita del proprio bambino. Avviene così di dimenticare spesso la spunta della spesa o di perdere le chiavi di casa, tutti comportamenti che però non sono correlati con la salvezza del piccolo. Diventano infatti preminenti i comportamenti funzionali alla sopravvivenza.
Non soltanto, in questo periodo sembra che le donne si trasformino in vere e proprie super-mamme, capaci di fare concorrenza a famosi scienziati, proprio per la straordinaria ottimizzazione delle risorse mestiche e, in generale, cognitive.
Dal punto di vista neurologico, l’ippocampo, area deputata al ricordo e all’apprendimento, istituisce una serie di nuove connessioni neuronali che rendono più rapidi ed efficienti i ragionamenti e le vie della memoria.
Dal punto di vista endocrino il rischio di tumori si riduce e anche il livello di stress subisce un notevole decremento, favorendo una corretta gestione dell’ansia. L’ormone che più è responsabile di questi cambiamenti è il cosiddetto ormone materno o ossitocina.
Infine la vista migliora notevolmente, in modo coerente con la precoce individuazione di possibili minacce per l’integrità della prole.
Foto by gettyimages
Nei primi tre mesi di maternità può comparire nelle madri una specifica amnesia selettiva, di durata limitata al periodo immediatamente dopo il parto, che fa sì che le novelle madri dimentichino oggetti e commissioni per così dire inessenziali alla vita del proprio bambino. Avviene così di dimenticare spesso la spunta della spesa o di perdere le chiavi di casa, tutti comportamenti che però non sono correlati con la salvezza del piccolo. Diventano infatti preminenti i comportamenti funzionali alla sopravvivenza.
Non soltanto, in questo periodo sembra che le donne si trasformino in vere e proprie super-mamme, capaci di fare concorrenza a famosi scienziati, proprio per la straordinaria ottimizzazione delle risorse mestiche e, in generale, cognitive.
Dal punto di vista neurologico, l’ippocampo, area deputata al ricordo e all’apprendimento, istituisce una serie di nuove connessioni neuronali che rendono più rapidi ed efficienti i ragionamenti e le vie della memoria.
Dal punto di vista endocrino il rischio di tumori si riduce e anche il livello di stress subisce un notevole decremento, favorendo una corretta gestione dell’ansia. L’ormone che più è responsabile di questi cambiamenti è il cosiddetto ormone materno o ossitocina.
Infine la vista migliora notevolmente, in modo coerente con la precoce individuazione di possibili minacce per l’integrità della prole.
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