Una ricerca pubblicata sul numero di febbraio di Psychological Science mostra risultati interessanti sulla relazione tra configurazione facciale e posizione professionale ricoperta all’interno del proprio ambiente di lavoro.
La comunicazione non verbale è un canale molto importante per la trasmissione delle informazioni, come mostrano le ricerche attuali sulla comunicazione aumentativi all’interno degli ambienti virtuali. Come per Ekman, che lo affermò per primo, per gli psicologi l’espressione facciale è un indizio assai importante per comprendere il nostro interlocutore, sia in situazioni di verità che di menzogna.
Nicholas Rule e Nalini Ambady della Tuft University hanno sviluppato una ricerca per verificare se l’espressione facciale fosse correlata alla percezione di potere. Gli stimoli consistevano in una serie di fotografie di manager a livello CEO (Chief Executive Officer) di età e caratteristiche simili; tali manager erano stati ordinati in base alla propria importanza dalla rivista Fortune.
Ai soggetti, studenti di College, è stato chiesto di osservare le fotografie e di ordinarle in base al grado di affidabilità. competenza e leadership che comunicavano. Le due classifiche, quella della rivista Fortune e quelle stilate dagli studenti, sono risultate straordinariamente simili.
I risultati mostrano pertanto che informazioni aggiuntive, come gli indizi facciali, permettono di discriminare in modo maggiormente accurato tra persone apparentemente omogenee. Allo stesso modo, ed è questo il dato più interessante ma anche maggiormente controverso, sembra che le caratteristiche facciali siano correlate con il prestigio di una persona.
Resta da chiarire in che direzione va la correlazione scoperta dai due ricercatori: chi è geneticamente predisposto a posizioni di maggiore successo lavorativo e maggiore produttività si riconosce “a colpo d’occhio” o è invece la posizione che determina una configurazione particolare dei tratti del volto?
Foto by Gettyimages
La comunicazione non verbale è un canale molto importante per la trasmissione delle informazioni, come mostrano le ricerche attuali sulla comunicazione aumentativi all’interno degli ambienti virtuali. Come per Ekman, che lo affermò per primo, per gli psicologi l’espressione facciale è un indizio assai importante per comprendere il nostro interlocutore, sia in situazioni di verità che di menzogna.
Nicholas Rule e Nalini Ambady della Tuft University hanno sviluppato una ricerca per verificare se l’espressione facciale fosse correlata alla percezione di potere. Gli stimoli consistevano in una serie di fotografie di manager a livello CEO (Chief Executive Officer) di età e caratteristiche simili; tali manager erano stati ordinati in base alla propria importanza dalla rivista Fortune.
Ai soggetti, studenti di College, è stato chiesto di osservare le fotografie e di ordinarle in base al grado di affidabilità. competenza e leadership che comunicavano. Le due classifiche, quella della rivista Fortune e quelle stilate dagli studenti, sono risultate straordinariamente simili.
I risultati mostrano pertanto che informazioni aggiuntive, come gli indizi facciali, permettono di discriminare in modo maggiormente accurato tra persone apparentemente omogenee. Allo stesso modo, ed è questo il dato più interessante ma anche maggiormente controverso, sembra che le caratteristiche facciali siano correlate con il prestigio di una persona.
Resta da chiarire in che direzione va la correlazione scoperta dai due ricercatori: chi è geneticamente predisposto a posizioni di maggiore successo lavorativo e maggiore produttività si riconosce “a colpo d’occhio” o è invece la posizione che determina una configurazione particolare dei tratti del volto?
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