Christian Agrillo, sotto la supervisione del professore Angelo Biscazza, ha condotto uno studio curioso sulle capacità matematiche di una specie di piccoli pesci, i gambusia.
Straordinariamente questi piccoli animali sono in grado di contare in modo efficace, vediamo come.
La capacità di contare dei gambusia deriva dall’innato istinto di sopravvivenza che i pesci possiedono, in particolare quando si trovano soli.
Le strategie dei mammiferi, e in generale degli animali di terra sono ben note tra i ricercatori, mentre minore interesse è stato dedicato al mondo sommerso. Questa lacuna viene colmata invece dagli studi che Agrillo ha condotto a partire dal 2004.
Le capacità di conteggio dei pesci seguono una logica differente da quella umana: dapprima la quantità viene valutata in termini spaziali, e in seguito in base alla differenze relative di quantità.
Il pesce, incontrandosi con due gruppi diversi di suoi simili è in grado di scegliere da subito quello più numeroso, che gli garantisce pertanto maggiori possibilità di sopravvivenza. Il confronto avviene in base alla porzione di area che i due gruppi occupano, con un equazione del tipo: quanta più area=quanti più pesci.
Tuttavia questa strategia di calcolo non segue sempre un iter lineare: quando le differenze tra i due gruppi sono minime, il pesciolino va in confusione. A seguito di studi mirati si è visto che i gambusia non sanno distinguere i gruppi se la differenza numerica tra loro scende sotto i quattro membri. Le capacità differenziali sarebbero pertanto proporzionali al numero dei soggetti componenti ciascuna delle unità da conteggiare.
Lo studio rappresenta un punto di svolta negli studi sulle capacità cognitive degli animali e nell’individuazione dei meccanismi intellettivi di specie differenti dalla nostra.
Foto by gettyimeges
Straordinariamente questi piccoli animali sono in grado di contare in modo efficace, vediamo come.
La capacità di contare dei gambusia deriva dall’innato istinto di sopravvivenza che i pesci possiedono, in particolare quando si trovano soli.
Le strategie dei mammiferi, e in generale degli animali di terra sono ben note tra i ricercatori, mentre minore interesse è stato dedicato al mondo sommerso. Questa lacuna viene colmata invece dagli studi che Agrillo ha condotto a partire dal 2004.
Le capacità di conteggio dei pesci seguono una logica differente da quella umana: dapprima la quantità viene valutata in termini spaziali, e in seguito in base alla differenze relative di quantità.
Il pesce, incontrandosi con due gruppi diversi di suoi simili è in grado di scegliere da subito quello più numeroso, che gli garantisce pertanto maggiori possibilità di sopravvivenza. Il confronto avviene in base alla porzione di area che i due gruppi occupano, con un equazione del tipo: quanta più area=quanti più pesci.
Tuttavia questa strategia di calcolo non segue sempre un iter lineare: quando le differenze tra i due gruppi sono minime, il pesciolino va in confusione. A seguito di studi mirati si è visto che i gambusia non sanno distinguere i gruppi se la differenza numerica tra loro scende sotto i quattro membri. Le capacità differenziali sarebbero pertanto proporzionali al numero dei soggetti componenti ciascuna delle unità da conteggiare.
Lo studio rappresenta un punto di svolta negli studi sulle capacità cognitive degli animali e nell’individuazione dei meccanismi intellettivi di specie differenti dalla nostra.
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