Il XIII congresso dell’Escap, società europea di psichiatria infantile ed adolescenziale, ha mostrato stime allarmanti sul bullismo, un fenomeno preoccupante anche in Italia.
Il bullismo è un fenomeno che non deve essere trascurato. Se una volta si vedevano scene di bullismo solo nei telefilm americani, è necessario ora prendere consapevolezza che anche nelle nostre scuole è un fenomeno presente e che non si manifesta con la classica ‘estorsione della merenda’.
Il bullo non solo prende soldi e bene materiali delle sue vittime, ma mette in atto una sorta di ‘persecuzione’ della vittima, prendendosi gioco di lui di fronte ai compagni,umiliandolo, mettendo in atto vere e proprie aggressioni. Il bullismo non è un fenomeno solo maschile, le bulle femmine più difficili da individuare, perché non aggrediscono fisicamente le proprie vittime ma attuano un’esclusione sociale.
Ad una settimana dall’inizio della scuola, ci è sembrato importante riportare i dati mostrati durante l’Escap, congresso della società europea di psichiatria infantile ed adolescenziale tenutosi a Firenze fino al 31 Agosto 2007:
In Italia il fenomeno coinvolge circa il 25% degli studenti di scuole primarie e medie superiori, sebbene in alcune zone riesce ad essere arginato e colpisce solo il 9-10% degli studenti. Se la situazione è già allarmante nel Bel Paese, fa riflettere il fatto che in alcuni paesi del mondo raggiunge punte del 40-50% .
Agire su una situazione ancora tutto sommato contenuta rimane necessario. Infatti, spiega Bennett L. Leventhal, docente di psichiatria all’Università dell’Illinois, “spesso le vittime stesse assumono in un secondo momento un atteggiamento attivo e diventano a loro volta esecutori di atti di bullismo".
La prevenzione e l’educazione è auspicabile, ma non deve interessare solo alcuni elementi ma l’intera comunità. Il bullismo non è una ‘patologia individuale’, ma un problema relazionale, per cui è necessario intervenire in modo allargato, su sistema-classe e sistema-famiglia. Continua Leventhal "Prendere vittima ed esecutore e agire sulla loro relazione non serve, l'intervento deve essere allargato alla comunita' per poter essere efficace. E in questo anche la famiglia ha un ruolo importante".
foto by blindi a j
Il bullismo è un fenomeno che non deve essere trascurato. Se una volta si vedevano scene di bullismo solo nei telefilm americani, è necessario ora prendere consapevolezza che anche nelle nostre scuole è un fenomeno presente e che non si manifesta con la classica ‘estorsione della merenda’.
Il bullo non solo prende soldi e bene materiali delle sue vittime, ma mette in atto una sorta di ‘persecuzione’ della vittima, prendendosi gioco di lui di fronte ai compagni,umiliandolo, mettendo in atto vere e proprie aggressioni. Il bullismo non è un fenomeno solo maschile, le bulle femmine più difficili da individuare, perché non aggrediscono fisicamente le proprie vittime ma attuano un’esclusione sociale.
Ad una settimana dall’inizio della scuola, ci è sembrato importante riportare i dati mostrati durante l’Escap, congresso della società europea di psichiatria infantile ed adolescenziale tenutosi a Firenze fino al 31 Agosto 2007:
In Italia il fenomeno coinvolge circa il 25% degli studenti di scuole primarie e medie superiori, sebbene in alcune zone riesce ad essere arginato e colpisce solo il 9-10% degli studenti. Se la situazione è già allarmante nel Bel Paese, fa riflettere il fatto che in alcuni paesi del mondo raggiunge punte del 40-50% .
Agire su una situazione ancora tutto sommato contenuta rimane necessario. Infatti, spiega Bennett L. Leventhal, docente di psichiatria all’Università dell’Illinois, “spesso le vittime stesse assumono in un secondo momento un atteggiamento attivo e diventano a loro volta esecutori di atti di bullismo".
La prevenzione e l’educazione è auspicabile, ma non deve interessare solo alcuni elementi ma l’intera comunità. Il bullismo non è una ‘patologia individuale’, ma un problema relazionale, per cui è necessario intervenire in modo allargato, su sistema-classe e sistema-famiglia. Continua Leventhal "Prendere vittima ed esecutore e agire sulla loro relazione non serve, l'intervento deve essere allargato alla comunita' per poter essere efficace. E in questo anche la famiglia ha un ruolo importante".
foto by blindi a j
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