Si tratta del fenomeno per cui una volta acquistato un oggetto, siamo spinti all’acquisto di ulteriori articoli, non connessi e inutili con un conseguente carico monetario maggiore di cui non c’è, al momento, consapevolezza. Che la psicologia e l’economia abbiano di recente fatto scoperte analoghe è dimostrato dalla pubblicazione recente del libro
Meyer ricerca, tramite due esperimenti in realtà virtuale di valicare tre teorie al proposito.
La possibilità di risparmio e la presenza di offerte promozionali influenzano, a detta dello scienziato, sia il comportamento di acquisto, sia le rappresentazioni e emozioni che il consumatore vive verso la marca/negozio.
Le motivazioni sono da ricercarsi in tre teorie:
- della “contabilità mentale”: l’acquisto è guidato dal budget monetario che il soggetto esperisce al momento dell’acquisto, budget che cresce con l’idea di stare risparmiando (anche quando non è economicamente vero);
- della “emozione generalizzata”: le caratteristiche fisiche e sociali del negozio influenzano l’umore, e se ciò avviene in modo positivo, aumentano anche le possibilità di spesa;
- dell’“attribuzione”: il negozio e la marca vengono personalizzati e il rapporto che si intrattiene con essi è guidato dalle regole sociali e personali di comportamento.
I due esperimenti condotti in realtà virtuale chiedevano ai soggetti dapprima di fare la spesa domestica per un periodo di 35 mesi e poi di prenotare un viaggio low-cost.
Entrambi mostrano che l’offerta gratuita di prodotti/convenzioni o di sconti aumentava la probabilità di acquistare surplus non necessari. Proprio l’opposto del risparmio!
I risultati sono quindi maggiormente conformi alla teoria dell’attribuzione: non significa che le percezioni di risparmio o le caratteristiche degli ambienti non influiscano, ma che non sono la causa principale. Personalizzare i prodotti e i rapporti con i fornitori permette di agire secondo l’euristica dello scambio: se ricevo qualcosa di buono (o cattivo) , rispondo con la stessa moneta.
Nonostante le premesse di Meyer siano ampie e articolate, sembra che la componente economica perda di spessore nei risultati. Vale la pena che le indagini vengano ripetute in contesti e con variabili diverse, a fronte di numerose ricerche che evidenziano quanto il computo mentale economico-strumentale sia addirittura una componente dell’intelligenza umana.
Nel frattempo, prima di acquistare, vale la pena riflettere sui propri bias.
foto by vnee701
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