Vi ricordate? Avevamo parlato della distinzione tra stress e distress individuandone la differenza tra meccanismo adattivo essenziale e surplus di attivazione. Ecco come è cambiata la situazione da allora.
Lo stress è quel meccanismo che si attiva come risorsa difensiva in caso di eventi improvvisi e pericolosi, che mobilita tutte le nostre risporse in vista della fuga o dell'attivazione di una risposta congruente al pericolo. Tuttavia questa risposta d'ansia può essere attivata anche con stimoli di intensità inferiore e diventare un meccanismo di difesa disadattivo che costringe mente e corpo ad uno stress eccessivo andando ad inficiare non solo le competenze intellettive ma anche la salute fisica del nostro corpo.
I segnali che giungono dsalla società non sono purtroppo confortanti, infatti il numero di distress aumenta a causa dei ritmi sempre più frenetici, del contesto socio-culturale incerto e della tendenza a individualismo e competitività.
Facciamo un breve update sui numeri principali.
La causa principale (50% di incidenza) si conferma l'eccessiva numerosità degli impegni rispetto all'ideale carico giornaliero.
La percantuale di italiani che soffrono di ditress è del 41% su un campione di 100 soggetti tra uomini e donne.
L'incidenza del distress è maggiore nella fascia compresa tra i 35 e i 54 anni, e va di pari passo con responsabilità lavorative e non e posizione sociale.
Economicamente lo stress negativo pesa anche sul bilancio statale, causando una perdita annua che nel 2008 è stata stimata a 20 milioni di euro.
Il distress incide in modo evidente sulla salute delle persone causando aseenze per circa 600 milioni di giorni entro l'anno.
E' evidente che lo stress sarà un argomento sempre più presente nei dibattiti di psicologia in futuro, essendo diretta conseguenza della civilizzazione e, insieme della relativa lentezza da parte dell'uomo nell'adattamento al nuovo ambiente vitale.
L'evoluzione infatti ha ritmi diversi e più lunghi rispetto al salto di civilizzazione odierno e servirà ancora molto tempo prima che il cervello umano, tarato per rispondere tempestivamente a situazioni ambientali di sopravvivenza, sia i grado di elaborare senza conseguenze negative una stimolazione veloce ed amplificata come quella odierna.
Nel frattempo, vale la pena che vi prendiate due minuti di relax dopo la lettura di questo articolo.
Foto by gettyimages
giovedì 23 luglio 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento