Chi ha sofferto in passato di anoressia porta ancora nel cervello i segni di quell’esperienza. È quello che mostra uno studio condotto da ricercatori dell’University of Pittsburgh School e pubblicato sull’American Journal of Psychiatry.
Walter H. Kaye, capo dell’equipè, ha analizzato i tracciati mentali di un gruppo di donne anoressiche e li ha confrontati con quelli di un gruppo di controllo composto da donne sane impegnate nel medesimo tempo. I risultati hanno mostrato che esitono differenze significative tra i due gruppi.
Per le rilevazioni è stata utilizzata la risonanza magnetica funzionale (fMRI), mentre veniva osservato lo striato anteriore ventrale, regione cerebrale a capo delle reazioni emotive immediate.
Le 13 donne che avevano superato l’anoressia da 12 mesi hanno mostrato di avere risposte differenti in un compito cognitivo al computer che implicava una riflessione sull’area citata.
In particolare le ex-anoressiche mostrano di non saper distinguere tra strategie vincenti e perdenti e hanno minore reattività, il che spiega almeno in parte come possano raggiungere un livello tanto elevato di deprivazione del cibo e di altri piaceri.
L’anoressia mostra così un nuovo volto che rende ancora più importanti e necessarie sia le campagne di prevenzione nei confronti de giovani, sia il monitoraggio in fase di guarigione.
Fonte: Wagner A, Aizenstein H, Kaye WH et al. Altered Reward Processing in Women Recovered From Anorexia Nervosa. The American Journal of Psychiatry 2007; 164 (12).
Foto by Gettyimages
Walter H. Kaye, capo dell’equipè, ha analizzato i tracciati mentali di un gruppo di donne anoressiche e li ha confrontati con quelli di un gruppo di controllo composto da donne sane impegnate nel medesimo tempo. I risultati hanno mostrato che esitono differenze significative tra i due gruppi.
Per le rilevazioni è stata utilizzata la risonanza magnetica funzionale (fMRI), mentre veniva osservato lo striato anteriore ventrale, regione cerebrale a capo delle reazioni emotive immediate.
Le 13 donne che avevano superato l’anoressia da 12 mesi hanno mostrato di avere risposte differenti in un compito cognitivo al computer che implicava una riflessione sull’area citata.
In particolare le ex-anoressiche mostrano di non saper distinguere tra strategie vincenti e perdenti e hanno minore reattività, il che spiega almeno in parte come possano raggiungere un livello tanto elevato di deprivazione del cibo e di altri piaceri.
L’anoressia mostra così un nuovo volto che rende ancora più importanti e necessarie sia le campagne di prevenzione nei confronti de giovani, sia il monitoraggio in fase di guarigione.
Fonte: Wagner A, Aizenstein H, Kaye WH et al. Altered Reward Processing in Women Recovered From Anorexia Nervosa. The American Journal of Psychiatry 2007; 164 (12).
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