Le applicazioni della realtà virtuale non sono soltanto fantasiose, svariati psicologi all'interno della Psicologia Cognitiva utilizzano proficuamente questa tecnica di immmersione per curare disfunzioni o riallineare le capacità motorie e percettive dei soggetti carenti. Scopriamo di più sull'argomento.
Quali sono le applicazioni maggiormente diffuse? Sicuramente il campo dei Disturbi d'ansia si presta bene a questo tipo di tecnica, che permette di avvicinarsi al pericolo in un modo protetto e mediato. Il paziente riesce ad affrontare in tale contesto anche eventi fortemente stressanti, come quelli legati a pericoli per l'integrità e la vita stessa che ne hanno bloccato il normale comportamento.
In seconda battuta numerosi studi mostrano come le abitudini alimentari possano essere corrette, tramite tecniche di controllo delo stimolo e percezione del senso di sazietà.
Infine anche i disturbi legati alla mentalizzazione dello spazio, dalla coordinazione alla percezione complessa possono migliorare grazie ai differenti step simulati tramite la realtà virtuale.
In che modo agisce la realtà vrtuale sul mondo psichico dei pazienti? Per semplificare il metodo delle "terapie virtuali" si può dire che il principio non sia molto diverso da una normele seduta in cui il paziente viene invitato a narrare i trascorsi psichici. Tuttavia il poter simulare una realtà aiuta a farla rivivere in modo completo ma graduale, di modo che il soggetto possa concentrarsi maggiormente sull'esecuzione del compito rispetto all'evocazione dello stesso.
La situazione che la persona vive è insieme esperienza pregressa, ma anche opportunità nuova in cui cimentarsi e sondare le proprie capacità di coping in modo diretto entro un ambiente pressochè identico al reale.
Per il tearpeuta inoltre esiste il grande vantaggio di poter graduare le esperienze del proprio paziente, adeguandole via via alla resilienza che questi ha sviluppato nel corso del trattamento.
La realtà virtuale ad oggi utilizza sistemi complessi e altamente coinvolgenti, che tuttavia non sono equiparabili in toto all'esperienza reale, parte per la complessità e la voluminosità dei devices utilizzati per la simulazione, parte per il non coinvolgimento di tutte le sfere dell'expertise, tuttavia una recente notizia svela che in Inghilterra sarebbe stata implementata la prima realtà virtuale in grado di simulare, e quindi saturare, tutti e cinque i sensi della persona. Sicuramente esitono ad oggi ampi margini di miglioramento, tuttavia non è lontana la possibilità di un'applicazione più dinamaica, e una cura gestita anche solo parzialmente dalla commistione reale-virtuale.
Quali le nuove frontiere della tecnica? Oltre ad approfondire il vasto campo delle malattie ad oggi diagnosticabili (impresa non certo da poco) la realtà virtuale potrebbe entrare a pieno tiolo entro la consistente fetta delle prevenzione mentale, permettendo di progettare luoghi e processi di vita (scolastici, lavorativi ma anche del tempo libero) a misura d'uomo, pesati sui meccanismi mentali e sulle sue tendenze di pensiero.
Fantascienza? Ancora non per molto.
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