lunedì 7 gennaio 2008

"EFFETTO VIVALDI"


L’ascolto di brani del compositore veneziano sembra avere effetti positivi su alcune funzionalità cerebrali, in particolare sugli anziani, come dimostrano gli studi di Mammarella.

L’ascolto della musica influisce positivamente su alcune funzioni cerebrali, come memoria e apprendimento. Dagli anni ’90 si ritiene infatti che l’ascolto della musica determini un temporaneo aumento delle abilità spaziali, in base ai risultati ottenuti da una ricerca condotta da Gordon Shaw e Frances Rauscher che prevedeva l’ascolto della ‘Sonata in Re maggiore’ di Mozart. Dal 1993 queste potenzialità sono conosciute come ‘Effetto Mozart’. Recentemente è stata anche messa in luce l’influenza positiva della musica sulle capacità verbali.

La rivista internazionale ‘Aging Clinical and Experimental Research’ ha pubblicato una ricerca condotta presso l’Università G. D’Annunzio di Chieti diretto da Nicola Mammarella, che ha indagato l’influenza della musica sugli anziani. Lo studio ha coinvolto 24 individui anziani, sottoposti all’ascolto di un brano tratto da “Le quattro stagioni” di Vivaldi ed in seguito da alcuni test mnemonici.

Dai risultati emerge performance mnemoniche migliori in seguito all’ascolto di Vivaldi rispetto al semplice silenzio o al rumore. Questi risultati, definiti “effetto Vivaldi, sono stati spiegati dai ricercatori dovuti all’aumento di vigilanza e d’attenzione determinati dall’ascolto della musica.


Recentemente abbiamo descritto il legame tra musica e linguaggio nell'articolo "Musica e linguaggio"


foto by pickstaiger

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