Il videogioco ‘Brain Trining’ del dottor Kawashima promette miglioramenti delle capacità cognitive, un vero e proprio ringiovanimento del cervello. Molti esperti di attività cognitive mostrano tuttavia delle perplessità. In questo articolo cercheremo di far chiarezza al riguardo.
Il Brain Training è un gioco elettronico che negli ultimi mesi sta vivendo un’incredibile esplosione di popolarità grazie all’attenta campagna pubblicitaria della Nintendo, azienda che produce il videogioco. Il videogioco si propone di migliorare le capacità cognitive attraverso la risoluzione di quiz, enigmi e esercizi mnemonici. La tesi alla base è che allenare il cervello attraverso il gioco permetta di ottenere risultati migliori e conseguentemente di potenziare le proprie capacità cognitive. OltreFreud si era già occupata di questo interessante videogioco nell’articolo ‘Videogiochi anti-aging’, che vi invitiamo a leggere.
Leggere, giocare a scacchi o dama, pensare o avere un hobby sono tutte attività che consentono di tenere allenato il cervello. Recenti ricerche hanno infatti dimostrato che il cervello è in grado di rigenerarsi, generando nuovi neuroni o nuovi collegamenti (sinapsi neuronali), grazie all’allenamento. Inoltre è stato scoperto che un hobby rallenta il declino mentale nel caso dell’insorgere dell’Alzheimer.
Il nocciolo della questione sta dunque nel fatto che attraverso l’esclusivo utilizzo del Brain Training sia possibile aumentare le capacità cognitive. Il videogioco, infatti, sembra non essere sufficiente. Per meglio chiarire, utilizziamo una felice metafora dello Psichiatra Pietro Pietrini apparsa sulla rivista Newton “sarebbe come credere che basti mezz’ora di cyclette al giorno per avere un corpo allenato, passando il resto del tempo sul divano”.
Kawashima sostiene l’efficacia del suo metodo di allenamento, affermando che le persone anziane possano trarne un grosso beneficio e supportando queste affermazioni sulla base dei risultati delle sue ricerche. I benefici prodotti sono però ancora da testare ulteriormente dal punto di vista scientifico e si esclude che l’utilizzo del Brain Training possa risultare pericoloso.
Micheal Marisiske, esperto di attività cognitive dell’Università della Florida, evidenzia un'altra problematica. Infatti, al di là che attraverso un uso continuativo del videogioco si possano ottenere performance migliori, Marsiske si chiede in che modo tali miglioramenti, che come ricordiamo riguardano giochini e quiz, possano tradursi nelle funzioni della vita reale. Per un anziano sembra infatti essere ancora più utile, nell’ottica dell’allenamento mentale, un coinvolgimento nella vita relazionale e sociale.
Foto by LordBiro
Il Brain Training è un gioco elettronico che negli ultimi mesi sta vivendo un’incredibile esplosione di popolarità grazie all’attenta campagna pubblicitaria della Nintendo, azienda che produce il videogioco. Il videogioco si propone di migliorare le capacità cognitive attraverso la risoluzione di quiz, enigmi e esercizi mnemonici. La tesi alla base è che allenare il cervello attraverso il gioco permetta di ottenere risultati migliori e conseguentemente di potenziare le proprie capacità cognitive. OltreFreud si era già occupata di questo interessante videogioco nell’articolo ‘Videogiochi anti-aging’, che vi invitiamo a leggere.
Leggere, giocare a scacchi o dama, pensare o avere un hobby sono tutte attività che consentono di tenere allenato il cervello. Recenti ricerche hanno infatti dimostrato che il cervello è in grado di rigenerarsi, generando nuovi neuroni o nuovi collegamenti (sinapsi neuronali), grazie all’allenamento. Inoltre è stato scoperto che un hobby rallenta il declino mentale nel caso dell’insorgere dell’Alzheimer.
Il nocciolo della questione sta dunque nel fatto che attraverso l’esclusivo utilizzo del Brain Training sia possibile aumentare le capacità cognitive. Il videogioco, infatti, sembra non essere sufficiente. Per meglio chiarire, utilizziamo una felice metafora dello Psichiatra Pietro Pietrini apparsa sulla rivista Newton “sarebbe come credere che basti mezz’ora di cyclette al giorno per avere un corpo allenato, passando il resto del tempo sul divano”.
Kawashima sostiene l’efficacia del suo metodo di allenamento, affermando che le persone anziane possano trarne un grosso beneficio e supportando queste affermazioni sulla base dei risultati delle sue ricerche. I benefici prodotti sono però ancora da testare ulteriormente dal punto di vista scientifico e si esclude che l’utilizzo del Brain Training possa risultare pericoloso.
Micheal Marisiske, esperto di attività cognitive dell’Università della Florida, evidenzia un'altra problematica. Infatti, al di là che attraverso un uso continuativo del videogioco si possano ottenere performance migliori, Marsiske si chiede in che modo tali miglioramenti, che come ricordiamo riguardano giochini e quiz, possano tradursi nelle funzioni della vita reale. Per un anziano sembra infatti essere ancora più utile, nell’ottica dell’allenamento mentale, un coinvolgimento nella vita relazionale e sociale.
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