lunedì 23 luglio 2007

PENSARE UN MUSEO


Organizzare un museo in modo che sia fruibile: la psicologia, i bisogni e i desideri dell'utenti, tutte varibili che devono essere tenute in considerazione.


La psicologia e il museo, due ambiti apparentemente molto distanti. Negli ultimi anni, però, un filo sottile ha incominciato ad unirli. Infatti, se la psicologia è ormai da molto tempo impiegata nella pubblicità e nel marketing, dove indaga le scelte di consumo e le variabili psicologiche che spingono all’acquisto, solo negli ultimi tempi si è cominciato ad avvicinarla al museo.
Si noti bene, la psicologia non solo può essere utile per coinvolgere un pubblico sempre più vasto nelle visite ai musei, attraverso una sapiente campagna di comunicazione.
Il vero ambito in cui la psicologia può apportare novità e miglioramenti consiste nell’organizzazione e strutturazione della mostra/museo. Infatti, la psicologia potrebbe aiutare gli organizzatori di mostre a creare un’esposizione altamente usabile e fruibile per l’utente. Troppo spesso molti aspetti vengono valutati solo dal punto di vista estetico senza però pensare a come il fruitore sarà in grado di interagire. Mi viene in mente un classico esempio, in alcune mostre mi è capitato di osservare le etichette riportanti il titolo e l’autore dell’opera distanti dall’opera stessa: ciò spinge il fruitore a spostarsi, diventando così una fonte di distrazioni.

Tutta questa introduzione, in cui mi sono permessa di divagare un po’, è per sottoporre alla vostra attenzione una recente pubblicazione ‘Immaginare il museo. Riflessioni sulla didattica e il pubblico’ in cui l’autrice, Maria Teresa Balboni Brizza, racconta le riflessioni nate da trent’anni di esperienza sul campo al museo Poldi Pezzoli di Milano.
Attenzione particolare è riservata al pubblico, che “è indubbiamente cambiato. Più esigente, attento, disposto a farsi coinvolgere. Il museo dovrebbe interrogarsi costantemente sulle attese e la psicologia del suo pubblico. Ma questo non dovrebbe avvenire secondo i parametri della psicologia del marketing, che vede il museo come prodotto e i visitatori come consumatori.”

Il museo oggi deve acquisire una nuova funzione, deve ‘modernizzarsi’, per andare in contro a nuovi bisogni e nuovi desideri. Da luogo un po’ ‘troppo scolastico’ il museo può diventare un luogo d’incontro, di scambio e crescita. Ma per fare tutto ciò un apporto fondamentale deve arrivare dalla psicologia.

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