by Racchio
Ogni giorno, in ogni luogo ascoltiamo della musica. La musica ci accompagna nei contesti più svariati, determinando delle reazioni emotive. E’ in grado di suscitare nelle persone delle emozioni profonde e significative, di influenzarne l’umore, sia in positivo sia in negativo. A causa della sua importanza presso l’Università di Firenze è nato il corso di formazione e aggiornamento musicale intitolato promosso dal Dipartimento di filosofia al via da gennaio.
La musica senza dubbio veicola delle informazioni. Ma quelle che la maggior parte delle persone coglie, non sono solo le informazioni acustiche, bensì quelle emotive, affettive che scaturiscono dall’ascolto. Si può dire che la musica invia delle informazioni di senso, informazioni ambigue, di natura connotativa alla base dell’esplosione di affetti, di emozioni che scaturiscono durante l’ascolto di un brano musicale. La musica riesce ad attivare dei significati nell’uditore, delle reazioni emotive, come un linguaggio universale delle emozioni. Sebbene l’abitudine alla musica differenzi molto le persone, esistono anche delle risposte primitive alla musica che sono specifiche della nostra specie. Recenti ricerche delle neuroscienze, utilizzando gli strumenti della Pet e della risonanza magnetica, hanno dimostrato che durante la composizione di una partitura musicale ‘lavori´ non solo l´emisfero destro, quello della creatività, ma anche il sinistro, cioè quello della razionalità. O ancora, come il corpo calloso, che unisce i due emisferi, si sviluppi di più (e con effetti duraturi) nei bambini che ascoltano musica.
Psicologia e filosofia offrono un’ulteriore punto d’indagine. La musica è un vero e proprio linguaggio. Le ricerche si sono rivolte soprattutto all’analisi delle modalità percettive con cui fruiamo un brano musicale. L’approccio utilizzato è quello della psicologia della Gestalt, che sottolinea come la percezione analitica delle singole note coesista con il configurarsi di una forma d’ insieme. Anche la musicoterapia basa la sua terapia sulla capacità della musica di trasmettere emozioni. Per mezzo del parametro musicale, infatti, la musicoterapia si prefigge di compiere un lavoro di sintonizzazioni affettive attraverso l’impiego di parametri musicali armonizzanti.
L’influsso positivo della musica è facilmente apprezzabile da chiunque: l’ascolto di un brano musicale è spesso sinonimo di un momento di relax e benessere. Quest’esperienza benefica non è soltanto utile in situazioni usuali, prima di una riunione o di un esame, ma anche come terapia associata alla cura di alcune malattie. Il corso si propone dunque di migliorare le capacità di maneggiare la musica in professioni mediche, psicologiche, pedagogiche e socio-assistenziali. Il corso prevede l’intervento di docenti di musica, medici e pediatri, psichiatri, filosofi, psicologi musicoterapeuti come Antonella Ferrari, oltre alla creazione di laboratori, con cori e applicazioni musicali, e il coinvolgimento diretto dei frequentanti.
Ogni giorno, in ogni luogo ascoltiamo della musica. La musica ci accompagna nei contesti più svariati, determinando delle reazioni emotive. E’ in grado di suscitare nelle persone delle emozioni profonde e significative, di influenzarne l’umore, sia in positivo sia in negativo. A causa della sua importanza presso l’Università di Firenze è nato il corso di formazione e aggiornamento musicale intitolato promosso dal Dipartimento di filosofia al via da gennaio.
La musica senza dubbio veicola delle informazioni. Ma quelle che la maggior parte delle persone coglie, non sono solo le informazioni acustiche, bensì quelle emotive, affettive che scaturiscono dall’ascolto. Si può dire che la musica invia delle informazioni di senso, informazioni ambigue, di natura connotativa alla base dell’esplosione di affetti, di emozioni che scaturiscono durante l’ascolto di un brano musicale. La musica riesce ad attivare dei significati nell’uditore, delle reazioni emotive, come un linguaggio universale delle emozioni. Sebbene l’abitudine alla musica differenzi molto le persone, esistono anche delle risposte primitive alla musica che sono specifiche della nostra specie. Recenti ricerche delle neuroscienze, utilizzando gli strumenti della Pet e della risonanza magnetica, hanno dimostrato che durante la composizione di una partitura musicale ‘lavori´ non solo l´emisfero destro, quello della creatività, ma anche il sinistro, cioè quello della razionalità. O ancora, come il corpo calloso, che unisce i due emisferi, si sviluppi di più (e con effetti duraturi) nei bambini che ascoltano musica.
Psicologia e filosofia offrono un’ulteriore punto d’indagine. La musica è un vero e proprio linguaggio. Le ricerche si sono rivolte soprattutto all’analisi delle modalità percettive con cui fruiamo un brano musicale. L’approccio utilizzato è quello della psicologia della Gestalt, che sottolinea come la percezione analitica delle singole note coesista con il configurarsi di una forma d’ insieme. Anche la musicoterapia basa la sua terapia sulla capacità della musica di trasmettere emozioni. Per mezzo del parametro musicale, infatti, la musicoterapia si prefigge di compiere un lavoro di sintonizzazioni affettive attraverso l’impiego di parametri musicali armonizzanti.
L’influsso positivo della musica è facilmente apprezzabile da chiunque: l’ascolto di un brano musicale è spesso sinonimo di un momento di relax e benessere. Quest’esperienza benefica non è soltanto utile in situazioni usuali, prima di una riunione o di un esame, ma anche come terapia associata alla cura di alcune malattie. Il corso si propone dunque di migliorare le capacità di maneggiare la musica in professioni mediche, psicologiche, pedagogiche e socio-assistenziali. Il corso prevede l’intervento di docenti di musica, medici e pediatri, psichiatri, filosofi, psicologi musicoterapeuti come Antonella Ferrari, oltre alla creazione di laboratori, con cori e applicazioni musicali, e il coinvolgimento diretto dei frequentanti.
Complimenti per il blog!
RispondiEliminaLeggendo mi è sorta una curiosità, che vi chiedo.
A livello terapeutico, c'è una differenza sostanziale tra musica cantata o solo strumentale , o ci si affida solo al gusto del malato?
Spero di essere stato chiaro.
Buon lavoro
Se dopo la lettura di questo post avete ancora voiglia di curiosare nel mondo della musicoterapia potete farvi un giro su www.mtonline.it
RispondiEliminaPer chi ama un universo un pò più dilatato
http://blog.mtonline.it/
ciao
paolo