giovedì 7 dicembre 2006

PERCHE' PREFERIAMO LE MARCHE?


L’imminente arrivo delle feste di Natale, riapre la ricca discussione sulle motivazioni d’acquisto. Il recente filone di ricerca dell’economia emotiva e gli studi sull’influenza del logo negli acquisti, mettono in luce i meccanismi neuronali e le motivazioni che spingono i consumatori verso determinati prodotti.

Quando effettuiamo una scelta d’acquisto gli elementi che entrano in gioco, e quindi anche i neuroni attivati, sono molteplici. Camillo Padoa Schioppa ha osservato nei macachi un meccanismo neuronale del tutto simile a quello umano: tutte le informazioni sono convogliate in un unico luogo della corteccia orbifrontale. Questo è la sede deputata all’attribuzione valoriale, che pone su una scala di valori beni differenti. E’ la posizione nella scala di valori di ogni persona che maggiormente determina la spinta all’acquisto. Il premio Nobel Daniel Kahnemann è stato tra i primi a sottolineare il ruolo della scala di valori personali nella gestione dei soldi. Scelte che spesso appaiono irrazionali secondo la logica della tradizionale economia, riacquistano significato se riletti nell’ottica valoriale del soggetto.

Un fattore che viene comunque tenuto altamente in considerazione dai potenziali acquirenti sembra essere il logo. Un esperimento sulla preferenza della Coca-cola rispetto alla Pepsi ha dimostrato come la presenza del logo eliciti un’intensa attività della corteccia prefrontale e dell’ippocampo. L’importanza della marca è una costante che si mantiene per ogni tipo di acquisto, sia per la vendita diretta che quella on-line. Il cliente per prima cosa bada alla marca, anche nel caso di prodotti tecnologici. Queste recenti ricerche andrebbero quindi a sostegno dell’importanza per un’azienda di tutte le attività di marketing e pubblicità. Un brand o un logo se efficacemente propagandato può avere un effetto decisivo in quanto è in grado di sviluppare immagini talmente forti da radicarsi nel nostro cervello.
Anche per i prossimi regali di Natale saremo dunque spinti a comprare un regalo in base ai circuiti neuronali che tale prodotto attiverà.

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