Un’indagine condotta da Rossella Palomba, ambasciatrice per le Pari opportunità nella Scienza alla Commissione Europea, mostra che i giovani vedono le professioni scientifiche come di appannaggio esclusivo del genere maschile.
La ricerca, condotta da R. Palomba, nell’ambito dei progetti promossi dall’Irpps, Istituto per le ricerche sulla popolazione e le politiche sociali, del Consiglio Nazionale delle ricerche ha visto la partecipazione di 2000 maturande in tutta Italia.
Fantasia, curiosità, dedizione e flessibilità sembrano non venire riconosciute come qualità anche femminili, e soltanto il 18% delle ragazze italiane pensa che la ricerca sia un lavoro adatto alle donne.
Gestire più aspetti contemporaneamente, dirigere e dare indicazioni non rientrano tra e caratteristiche della figura femminile, che non può pertanto diventare ricercatrice. La ricerca si è infine concentrata sulle percezioni specifiche delle ragazze napoletane (Napoli è la città che ha sviluppato il progetto).
Resta da chiarire se le percezioni riguardano la realtà dei fatti che arriva ai ragazzi tramite le immagini mass-mediali o se invece siano riferite a volontà e aspirazioni. Diverso è infatti rilevare che la volontà di ricerca sia minore nelle donne che negli uomini rispetto a dire che la figura femminile è vista in toto come inadeguata in ambiti di beneficio sociale e di indagine scientifica.
Foto by Peter Cornelius
La ricerca, condotta da R. Palomba, nell’ambito dei progetti promossi dall’Irpps, Istituto per le ricerche sulla popolazione e le politiche sociali, del Consiglio Nazionale delle ricerche ha visto la partecipazione di 2000 maturande in tutta Italia.
Fantasia, curiosità, dedizione e flessibilità sembrano non venire riconosciute come qualità anche femminili, e soltanto il 18% delle ragazze italiane pensa che la ricerca sia un lavoro adatto alle donne.
Gestire più aspetti contemporaneamente, dirigere e dare indicazioni non rientrano tra e caratteristiche della figura femminile, che non può pertanto diventare ricercatrice. La ricerca si è infine concentrata sulle percezioni specifiche delle ragazze napoletane (Napoli è la città che ha sviluppato il progetto).
Resta da chiarire se le percezioni riguardano la realtà dei fatti che arriva ai ragazzi tramite le immagini mass-mediali o se invece siano riferite a volontà e aspirazioni. Diverso è infatti rilevare che la volontà di ricerca sia minore nelle donne che negli uomini rispetto a dire che la figura femminile è vista in toto come inadeguata in ambiti di beneficio sociale e di indagine scientifica.
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