La Wake Forest University ha indagato il meccanismo cognitivo attivato durante l’ascolto di brani musicali. Il cervello compie una sorta di isolamento, che aumenta l’attività dell’area preposta all’ascolto.
I meccanismi cognitivi alla base della percezione visiva e uditiva differiscono. In particolare alcuni stimoli uditivi, i brani musicali, permettono una maggiore attivazione dell’area cerebrale ad essa preposta, a discapito dell’area di percezione visiva.
Lo studio che ha evidenziato questo particolare meccanismo cognitivo, è stato condotto presso la Wake Forest University della Carolina del Nord e presentato al congresso della società statunitense per le Neuroscienze. Attraverso la risonanza magnetica è stata registrata l’attività degli impulsi elettrici e l’afflusso di sangue su direttori di orchestra o musicisti e ascoltatori inesperti.
Dalla risonanza magnetica è emerso una maggiore attività cerebrale nell’area dell’ascolto e una diminuzione nell’area della visione. L’attivazione dell’area uditiva è risulta meno marcata nei soggetti ‘esperti’, quali direttori d’orchestra e musicisti. Questo risultato è stato interpretato come minore necessità di distogliere risorse all’attività della vista, ossia come maggiore allenamento cerebrale ad ascoltare e contemporaneamente vedere.
In sintesi durante l’ascolto di un brano musicale chiudiamo gli occhi, per dedicarci più attentamente all’ascolto.
I meccanismi cognitivi alla base della percezione visiva e uditiva differiscono. In particolare alcuni stimoli uditivi, i brani musicali, permettono una maggiore attivazione dell’area cerebrale ad essa preposta, a discapito dell’area di percezione visiva.
Lo studio che ha evidenziato questo particolare meccanismo cognitivo, è stato condotto presso la Wake Forest University della Carolina del Nord e presentato al congresso della società statunitense per le Neuroscienze. Attraverso la risonanza magnetica è stata registrata l’attività degli impulsi elettrici e l’afflusso di sangue su direttori di orchestra o musicisti e ascoltatori inesperti.
Dalla risonanza magnetica è emerso una maggiore attività cerebrale nell’area dell’ascolto e una diminuzione nell’area della visione. L’attivazione dell’area uditiva è risulta meno marcata nei soggetti ‘esperti’, quali direttori d’orchestra e musicisti. Questo risultato è stato interpretato come minore necessità di distogliere risorse all’attività della vista, ossia come maggiore allenamento cerebrale ad ascoltare e contemporaneamente vedere.
In sintesi durante l’ascolto di un brano musicale chiudiamo gli occhi, per dedicarci più attentamente all’ascolto.
foto by CarbonNYC
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