giovedì 27 settembre 2007

MUSICA E LINGUAGGIO


Studiare la musica incide positivamente sulle capacità linguistici. E’ stato osservato infatti, grazie ad una ricerca della Northwestern University, che i circuiti cerebrali coinvolti sono gli stessi.

Esiste una sorta di parallelismo tra linguaggio verbale e musica, come è possibile osservare dagli studi di Chomsky e Schenker, linguista il primo e musicologo il secondo, che hanno prodotto teorie con molti punti in comune. Chomsky spiega l’apprendimento del liguaggio attraverso la teoria della grammatica generativa, mentre per Schenker a livello profondo, tutte le buone composizioni musicali, rivelano lo stesso tipo di struttura delle composizioni verbali, riuscendo a mostrare, almeno in parte, la natura affine delle intuizioni verbali e musicali.
Linguaggio e musica sarebbero dunque caratteristiche della specie umana e appaiono universali in tutti gli uomini, ossia tutti gli individui possiedono una capacità generale di acquisire una competenza linguistica e musicale


Un recente studio pubblicato sulla rivista dell’Accademia Americana delle Scienze, condotto da Gabriella Muracchia presso la Northwestern University, ha indagato la connessione a livello cerebrale di linguaggio verbale e musicale, valutando l’influenza della musica sulle capacità verbali. Alla base c’è l’ipotesi che l’ascolto della musica, in quanto esperienza multisensoriale in grado di migliorare le performance in molti campi cognitivi, sia anche in grado di influenzare positivamente il linguaggio.

In particolare la ricerca ha analizzato se lo studio della musica possa potenziare meccanismi neuronali alla base del linguaggio. Per questo sono stati coinvolti nella ricerca musicisti a cui sono fatti ascoltare brani musicali o voci di persone che parlano. Lo stesso studio è stato condotto anche su persone non esperti di musica.
Durante le riproduzioni, i ricercatori hanno analizzato le reazioni cerebrale mediante la misurazione dell’attivazione nervosa (rilevazione tramite elettrodi).

Dai dati è emerso che «I musicisti posseggono un sistema specializzato per elaborare stimoli sonori e visivi in una regione molto profonda del cervello, il tronco cerebrale», spiega Muracchia. Questo fa presupporre che l’elaborazione di stimoli musicali e linguistici segua lo stesso percorso cerebrale.

La ricerca dimostra dunque che lo studio della musica sostenga i bambini nello sviluppo delle capacità linguistiche. Per questo la musica potrebbe essere utilizzato per risolvere disturbi del linguaggio come la dislessia.

Foto by Noek

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