martedì 31 luglio 2007

PSICOLOGIA OSPEDALIERA: UN LIBRO RACCONTA LE EMOZIONI DEI BAMBINI


'Ti racconto il mio ospedale' è un libro, da poco in commercio, relativo alle emozioni dei bambini ospedalizzati. Nasce all’interno di un progetto che vuole promuovere il benessere dei piccoli degenti e comprendere i loro vissuti, tramite il racconto e il disegno delle emozioni dei piccoli. Completano l’opera suggerimenti pratici per garantire un ottima salute emotiva oltre che fisica.

L’AGESO, Associazione Gioco e Studio in Ospedale, ha coinvolto 379 minori in vari ospedali tramite un progetto mirato a capire quali sono le emozioni relative al vissuto dell’ospedale e in particolar modo di che tipo sono le paure. Tra tutti gli elaborati raccolti, sotto forma di brevi testi o disegni sono stati scelti i più significativi.


Il libro è un’opera preziosa per bambini che si apprestano al ricovero o stanno vivendo questa esperienza, dato che permette loro di confrontarsi con i vissuti altrui e di copiare le strategie e i pensieri di chi prima di loro ha dovuto affrontare questa delicata esperienza. Non soltanto, grazie alla presenza di un’appendice con indicazioni e consigli pratici è di aiuto sia ai genitori, sconvolti spesso più dei figli e sommersi da esigenza burocratiche che spesso minano il rapporto con il figlio, sia al personale ospedaliero a cominciare dagli infermieri sino a giungere ai pediatri.
Gli psicologi trovano nel libro una preziosa fonte delle emozioni infantili e possono così interpretare e creare modalità di interazione e comunicazione adeguate.


Fortunatamente sono sempre di più le strutture, anche in Italia, che dedicano a bambini e minori attenzioni specifiche e pensate da esperti psicologi apposta per loro. Un esempio è l’Ospedale Buzzi di Milano che, oltre ad occuparsi specificamente di patologie neonatali e infantili, prevede un servizio di accoglienza-assistenza gestito dal personale per svagare il bambino e facilitare l’autoespressione e la riflessione sulla malattia e le modifiche fisiche e emotive che questa comporta. In altri casi purtroppo queste iniziative sono lasciate a ruppi di volontari e sterni, e di esperti con inclinazioni da Patch Adams.


Si auspica che presto tutte queste pratiche divengano “di serie” perché, come anche il libro mostra, se il bambino trova un ambiente che gli permette di essere ascoltato può proficuamente affrontare le sue paure interiori e superare il trauma della malattia.


Riferimento: F. Bianchi, M. Capurso, M. Di Renzo, 'Ti racconto il mio ospedale. Esprimere e comprendere il vissuto della malattia', Edizioni Magi 2007


Foto by Gopal gv

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