venerdì 1 giugno 2007

I NEURONI MIRROR SI SPECCHIANO NELL’ARTE

La rivista Trends in Cognitive Sciences ha pubblicato una ricerca condotta da Vittorio Gallese e Giacomo Rizzolati. I due studiosi, già scopritori dei neuroni-mirror, spiegano ora come questi abbiano un ruolo principale nella fruizione di opere artistiche. Sarebbe infatti grazie alla loro azione che ci è possibile immedesimarci ed emozionarci davanti all’arte.

Il cervello, davanti all’opera d’arte, opera una serie di operazioni che permettono all’individuo non soltanto di cogliere la configurazione che ha di fronte, ma anche di immedesimarsi, rivivere, la scena rappresentata. Ciò vale sia per le opere pittoriche e scultoree realistiche, in cui il contenuto è ben definito e riconoscibile, sia per opere astratte, dove il tratto, o la forza dell’incisione (si veda la famosa tela di Fontana), permettono comunque una traslazione immedesimativa.

I neuroni-specchio permettono di riconoscere i gesti altrui, sia che siano reali, sia che siano raffigurati, attivando in noi le stesse connessioni emotive, cognitive e motorie come se il gesto venisse compiuto da noi stessi. È grazie a questo meccanismo dunque che “entriamo” nell’opera d’arte, la viviamo come attuale e come emotigena. Secondo l’ipotesi di Gallese, saremmo in grado di cogliere, oltre a quanto di visibile, anche i gesti di creazione che stanno dietro l’opera stessa, come il lavorio dello scalpello, o le pennellate di colore.

Si tratta per ora soltanto di ipotesi, ma che sembrano avere un futuro molto plausibile. D’altro canto le neuroscienze, e anche il loro innovativo interesse per l’arte, sembrano essere uno dei trend in maggiore affermazione nel 2007. come sempre, si invita alla prudenza e a ricordare che nessuna spiegazione, nella scienza, è mai esaustiva e definitiva. Le grandi scoperte si fanno anche collaborando.

Vedi anche il recente articolo sulla neuroestetica

Foto by drproblem

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