martedì 15 maggio 2007

VAL BENE UN SACRIFICIO PER GLI AMICI!

Sul British Journal of Psychology è riportata una curiosa ricerca condotta dalla dottoressa Elainie Madsen presso la University of St Andrews. Analizzando lo spirito di sacrificio delle persone è emerso che esistono differenze tra uomini e donne e, in particolare, che le donne sono più propense a sopportare per i propri amici che non per i parenti, al contrario dei maschi. Sono ancora da verificare le motivazioni sottese a tale comportamento, anche se ci sono già delle ipotesi.

La ricerca ha coinvolto 137 persone che dovevano resistere in una posizione scomoda e blandamente dolorosa per un tempo da loro deciso. Accovacciati vicino ad una parete i soggetti provavano lievi tensioni ai muscoli delle gambe. La partecipazione era volontaria e i soggetti erano esplicitamente informati del motivo per cui dovevano resistere.

I risultati hanno evidenziato come, tra l’elenco dei soggetti per cui si era disposti a “sacrificarsi”, primeggiavano i parenti, seguiti dagli amici, mentre soltanto per ultime apparivano le associazioni benefiche o di volontariato.

Una curiosa differenza è però emersa nel caso delle donne: pur seguendo i medesimi trend sopradetti, trascorrevano più tempo nella posizione scomoda se questo loro sacrificio andava a favore dei migliori amici piuttosto che dei cugini.

La spiegazione, secondo gli autori della ricerca, starebbe nel diverso ruolo della famiglia per donne e uomini: le prime tendono a “lasciare l’ovile” molto prima dei maschi e a costituire una famiglia propria. Gli uomini invece, orami sembra fatto noto, sono molto più “mammoni”. Secondo il professor Robin Dunbar dell’University of Liverpool, che ha partecipato allo studio, invece la causa sarebbe da riferirsi alla maggiore socialità della donna rispetto all’uomo.

Da donna personalmente ritengo che la seconda spiegazione possa essere più calzante, dato che tradizionalmente il ruolo della donna le ha conferito un atteggiamento per così dire “di default” maggiormente caratterizzato da empatia, ascolto e vicinanza. Tutte quelle caratteristiche che le permettono di gestire in modo appropriato un possibile maternale con la propria prole. Certo è che le attuali modificazioni sociali hanno di molto shiftato questo ruolo e sono andate in direzione della mascolinizzazione del comportamento femminile. Un interessante ricerca futura potrebbe occuparsi dell’analisi di questi due fattori congiuntamente.

foto by Gail'sUniverse

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