sabato 21 aprile 2007

FATTORI DI RISCHIO DELL'ANSIA SOCIALE



Due ricerche, dell’ Università di Stanford e della Florida State University, hanno identificato fattori di rischio, presenti già in età infantile, possibili predittori dello sviluppo dell’ansia sociale durante l’adolescenza.


La fobia sociale, anche conosciuta come ansia sociale, è un disturbo che prevede paura marcata e persistente relativa a situazioni sociali o prestazionali, che possono implicare una valutazione per il soggetto. Chi soffre di fobia sociale teme di agire inadeguatamente e di mostrare manifestazioni d’ansia. Di fronte ad una situazione prestazionale, attivano una risposta emotiva eccessiva e non adattiva, che li porta a commettere più facilmente errori e a perdere il controllo delle reazioni fisiologiche. Se, infatti, la risposta emotiva di imbarazzo ha una funzione adattiva, poiché aumenta l'attenzione e le capacità prestazionali, quando queste reazioni sono eccessive, possono interferire pesantemente con la vita affettiva delle persone e con il loro rendimento scolastico o lavorativo, spingendole al ritiro e all'isolamento.


Nei bambini si manifesta attraverso pianti, urla, tendenza ad aggrapparsi o nascondersi dietro ai genitori in presenza di estranei in età prescolare, e dopo i sei anni diventano soprattutto problemi di tipo scolastico: questi bambini hanno paura a leggere ad alta voce, a compiere esercizi musicali, a partecipare alle lezioni di educazione fisica o scrivere alla lavagna. Inoltre hanno difficoltà a comunicare con gli altri, soprattutto con gli adulti, tendono a non parlare e spesso è presente un mutismo selettivo. Nell’adolescenza il disturbo implica difficoltà nei rapporti con l’altro sesso e ad intense reazioni emotive, come tachicardia, sudorazione e tremori.
Due ricerche hanno indagato quali sono i fattori presenti in età infantile, maggiormente predittivi dello sviluppo della fobia sociale durante l’adolescenza.


La prima ricerca è stata svolta da Dipartimento di Psichiatria e Scienze Comportamentali dell'Università di Stanford (California), ed ha coinvolto i genitori di 770 adolescenti. i dati mostrano che la timidezza ha un forte valore predittivo, soprattutto per le bambine. I bambini più a rischio sarebbero quelli più timidi, tendenti al malumore, affetti da malattie croniche. Anche la presenza di un disturbo di panico nei genitori è un fattore predittivo.
L’altra ricerca è stat invece svolta da un team di cinque psicologia della Florida State University di Tallahassee. In questo caso, i dati hanno mostrato una correlazione tra fobia sociale e disturbi del sonno e depressione.

La diagnosi precoce di questo disturbo risulta comunque molto delicata e complessa. Infatti i fattori predittivi evidenziati dalle ricerche prima elencate, nonché i comportamenti che caratterizzano la fobia stessa nell’infanzia e nell’adolescenza, sono comportamenti che fino ad un certo livello possono comunque essere considerati normali. La fobia sociale può inoltre manifestarsi solo per un ristretto periodo dello sviluppo psicologico. Ci sembra dunque che le ricerche abbiano tentato di fare un po’ più chiarezza nel difficile territorio delle diagnosi per l’infanzia, anche se i risultati ottenuti sono da prendere con le dovute cautele.

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