giovedì 15 marzo 2007

RICONOSCERE PER TEMPO LA SINDROME POST-PARTUM

Riconoscere la sindrome post-partum e distinguerla dalle forme più lievi e fisiologiche come la cosiddetta “Maternity Blues” è un compito delicato, ma molto importante. Di questa patologia soffre il 30% delle partorienti, che oltre a recare danni a se stesse, possono alterare il normale sviluppo del bambino. Un libro fa luce su sintomi e prevenzione.

La Maternity Blues è uno stato emotivo transitorio, caratterizzato da alterazioni dell’umore e melanconia dovuti ai cambiamenti ormonali. Tuttavia tale disposizione può proseguire oltre il decimo giorno e diventare una vera e propria depressione post-partum.
I criteri diagnostici comprendono, oltre ai sentimenti di distima e umore depresso, anche un percepito abbassamento delle proprie capacità che aumenta il livello di stress fino ad uno stato di disperazione. Non è coinvolta soltanto la propria immagine, come persona e come madre, ma anche il bambino viene investito di sentimentiche percepisce come ostili o di freddezza. La madre infatti lo vive come “oggetto” ansiogeno o comunque come territorio sconosciuto e ingestibile, creandosi ossessioni sulla sua salute e la possibilità di danneggiarlo in modo irreversibile.

Le soluzioni sono numerose e vanno dal consulto psicologico individuale alla terapia di gruppo, passando per gli interventi di home-visiting, validi per i casi minori e come sostegno in quelli più gravi. Confrontarsi con altri, esperti o con esperienze simili alle nostre, restituisce fiducia e la convinzione di poter contare su di una rete sociale stabile e competente.

Per saperne di più:
M. Ammaniti, S. Cimino, C. Trentini, Quando le madri non sono felici, Il Pensiero Scientifico Editore, Roma 2007

Foto by Musa

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