Essere abituati ad andare a letto tardi stimola la creatività. E' quanto emerge dalla ricerca di M. Giampietro e G.M. Cavallera, dove sono state messe a confronto le performance creative di "gufi" e "allodole".
Addormentarsi e svegliarsi tardi, nonostante il fatto che sia da molti considerata una cattiva abitudine, incide positivamente sulla capacità di elaborazione creativa. Secondo una recente ricerca, pubblicata sul numero di febbraio di Personality and Individual Differences, essere "gufi" o "allodole" non è esclusivamente questione di abitudini. I "gufi" sarebbero infatti predisposti ad utilizzare un pensiero di tipo divergente, capace di partire dagli elementi dati per rielaborarli in una configurazione alternativa.
La ricerca è stata condotta da Marina Giampietro e G.M. Cavallera, presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, coinvolgendo 120 soggetti. Il campione, pareggiato per età e genere, è stato suddiviso in base al gruppo d'appartenenza: gufi, allodole o intermedi. Sono stati sottoposti a tre test differenti, che richiedevano l'uso del pensiero divergente. I dati raccolti mostrano che i nottambuli raggiungono risultati migliori per quanto riguarda originalità, elaborazione, fluidità e flessibilità.
Gli sperimentatori spiegano questa sorprendente correlazione come una forma di adattamento ad una vita vissuta fuori dalla norme. Sembrerebbe, infatti, che la sregolazione del ritmo sonno-veglia, porti a sperimentare l'"anormalità abitudinaria", che rende incline a sviluppare uno spirito non convenzionale e abilità nel trovare soluzioni alternative.
Addormentarsi e svegliarsi tardi, nonostante il fatto che sia da molti considerata una cattiva abitudine, incide positivamente sulla capacità di elaborazione creativa. Secondo una recente ricerca, pubblicata sul numero di febbraio di Personality and Individual Differences, essere "gufi" o "allodole" non è esclusivamente questione di abitudini. I "gufi" sarebbero infatti predisposti ad utilizzare un pensiero di tipo divergente, capace di partire dagli elementi dati per rielaborarli in una configurazione alternativa.
La ricerca è stata condotta da Marina Giampietro e G.M. Cavallera, presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, coinvolgendo 120 soggetti. Il campione, pareggiato per età e genere, è stato suddiviso in base al gruppo d'appartenenza: gufi, allodole o intermedi. Sono stati sottoposti a tre test differenti, che richiedevano l'uso del pensiero divergente. I dati raccolti mostrano che i nottambuli raggiungono risultati migliori per quanto riguarda originalità, elaborazione, fluidità e flessibilità.
Gli sperimentatori spiegano questa sorprendente correlazione come una forma di adattamento ad una vita vissuta fuori dalla norme. Sembrerebbe, infatti, che la sregolazione del ritmo sonno-veglia, porti a sperimentare l'"anormalità abitudinaria", che rende incline a sviluppare uno spirito non convenzionale e abilità nel trovare soluzioni alternative.
Molti poeti e artisti trovano fonti di ispirazione durante le ore notturne, e sembra che anche Einstein abbia raggiunto le sue eccezionali scoperte alla luce delle stelle.
La ricerca è interessante perchè mostra come abitudini innocue e consolidate nel tempo abbiano un diretto effetto sulle nostre modalità di pensiero, anche se la creatività è una caratteristica che tutte le persone posseggono anche se èiù o meno inclini ad utilizzarla!
é ufficiale allora: diventerò un genio!
RispondiEliminala vostra gufetta,
fra
Finalmente uno studio condotto dalla mia Università in cui vengo rappresentata!!! :D
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