domenica 25 febbraio 2007

LEGGERE IN ANTICIPO LE INTENZIONI DELLE PERSONE: UNA MACCHINA E' IN GRADO DI CODIFICARLE


E’ stato messa a punto una macchina in grado di decifrare in anticipo le intenzioni di una persona. Lo studio è stato condotto dal team di J.D. Haynes e recentemente pubblicato sulla rivista “Current Biology”.


Presso l’istituto Max Planck per le Scienze cognitive e il Cervello in Germania, il gruppo di neuroscienziati di John-Dylan Haynes, ha messo a punto una macchina in grado di decifrare in anticipo con il 70% della precisione le intenzioni delle persone. L’impresa fantascientifica è stata possibile grazie alla messa a punto di complessi programmi informatici, sviluppati in collaborazione con ricercatori dell’University London College e dell’università di Oxford. La macchina si basa sullo scanning cerebrale ad alta risoluzione, che mostra sul nascere i processi mentali.


L’esperimento è stato effettuato su otto volontari a cui era chiesto di effettuare dei calcoli aritmetici. I soggetti dovevano scegliere se sottrarre o addizionare a loro piacimento due numeri, senza riferire le proprie intenzioni, quindi effettuare i calcoli solo mentalmente. Attraverso lo scanning cerebrale, i ricercatori erano in grado di prevedere in anticipo ed accuratamente il calcolo (addizione o sottrazione) che il soggetto aveva scelto di svolgere con una precisione del 70%.

I risultati ottenuti risultano molto entusiasmanti, soprattutto per l’incessante e progresso delle scienze e delle tecniche, che potrebbero addirittura consentire in un prossimo futuro di leggere pensieri astratti delle persone.
Inoltre Haynes sottolinea che i dati raccolti “hanno dimostrato che le intenzioni non sono codificate in neuroni singoli, ma in una struttura spaziale di attività cerebrale. Le intenzioni sono immagazzinate nella parte anteriore del cervello e per l'esecuzione devono essere 'copiate' in una regione differente, più indietro".

Le scoperte del team dell’istituto Max Planck senza dubbio introducono delle innovazioni per accertare la credibilità dei testimoni nelle aule giudiziarie. Tuttavia prospettare un futuro fantascientifico, come quello messo in scena da molti film, sembra piuttosto irrealistico e piuttosto lontano. I risultati del professor Haynes, sebbene entusiasmanti, sono comunque da collocare all’interno di un paradigma di ricerca in cui le operazioni mentali svolte erano piuttosto semplici. Non è, infatti, prevedibile se lo strumento sviluppato sia altrettanto accurato nel caso di pensieri mentali più complessi e caratterizzati da molteplici livelli di intenzioni tra loro sovrapposti.
Infine, queste avveniristiche scoperte aprono il campo di discussione dell’etica, come lo stesso Haynes auspica.
foto by Noek

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