martedì 22 luglio 2008

PSICOANALISI DEL BISOGNO SOCIALE

L’immagine della psicoanalisi moderna sta cambiando: gli insegnamenti di Freud e Lacan ora si aprono a un pubblico più vasto e permettono a chi si trova in difficoltà di confrontarsi con se stesso. L’iniziativa nasce ad opera dell’Istituto freudiano di Roma e Milano che ha aperto rispettivamente nelle due città i centri di ascolto CeCli. Ecco di cosa si tratta.

I CeCli sono centri clinici di psicoterapia e psicoterapia applicata che offrono ai cittadini la possibilità di accedere a un ciclo di 10, massimo 15, sedute di terapia, sopperendo spesso alla povertà di servizi offerti dal sistema sanitario nazionale. Le sedute sono gratuite e spesso bastano da sole a risolvere il problema, quando invece il caso sia più grave o richiede del tempo è possibile proseguire gli incontri presso lo stesso servizio o liberamente presso altri professionisti.

L’iniziativa nasce dalla domanda molto diffusa, ma difficile da esprimere della buona parte dei cittadini, per la maggioranza appartenenti al ceto medio, che vivono con difficoltà e malessere la crisi sociale odierna, a partire dalle difficoltà economiche e di qualità della vita per arrivare alla mancanza di punti di riferimento.

Ma chi accede a questo servizio? Sicuramente sono in molti: il solo centro milanese registra dalla data della sua apertura (cinque mesi fa) oltre cento richieste delle quali già 60 sono state accolte. La maggioranza degli utenti sono di sesso femminile, ma anche gli uomini apprezzano la possibilità (40% dell’utenza).

La tempistica è particolare, trattandosi si una terapia breve a breve termine: non ci sono incontri bi o tri-settimanali, ma scadenze decise caso per caso volte a sfruttare al meglio le occasioni limitate di incontro.

Le tematiche inoltre sono strettamente legate all’ambiente sociale e alla vita urbana: tra i problemi più frequenti si trovano studenti universitari in crisi da studio, lavoratori precari, fino avere e proprie patologie specifiche quale la dipendenza dallo shopping o problemi di ordine alimentare, senza contare le tossicodipendenze o malattie mentali di una certa rilevanza che il SSN non è riuscito ad assorbire.

Questa apertura della psicoanalisi al sociale, per quanto si tratti ancora di casi sporadici, fa ben pensare: è ora il momento adatto in cui aprire le scoperte e i metodi della professione verso una società bisognosa certo, ma soprattutto consapevole, ora più che nel secolo scorso, dell’importanza e della forza del lavoro su se stessi e sulla propria regolazione.

Foto by gettyimages.

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