sabato 6 ottobre 2007

QUESTION TIME PER IL DISTURBO BIPOLARE

Un indagine condotta dall’University del West Ontario ha posto in evidenza l’importanza delle condizioni di vita delle persona affette da disturbo bipolare per la riuscita della terapia in tempi brevi e per evitare le ricadute. I risultati sono stati presentati in occasione del convegno Question Time in Psichiatria svoltosi a Roma, Napoli, Bologna, Venezia, Pavia e Palermo.

Il disturbo bipolare rientra nei disturbi di personalità ed è una patologia grave che colpisce il 5-6% della popolazione . i sintomi sono svariati e comprendono tutte le manifestazioni di ordine depressivo, compresa una forte tendenza all’ideazione e alla messa in pratica di tendenza suicidarie, tendenze aggressive e umore instabile.

È solitamente curato con una terapia di ordine farmacologico, associata a trattamento psichiatrico o psicoanalitico.

Dall’indagine condotta da G. de Lisio, direttore dell’Istituto di Scienze del Comportamento di Pisa, su 700 psichiatri di tutta Italia, emergono nuove direzioni di cura basate sulle condizioni di vita.

I farmaci atipici, in particolar modo quelli contenenti quetiapina, sembrano fronteggiare le due maggiori preoccupazioni emerse: il miglioramento delle condizioni di vita e la tollerabilità del farmaco.

Tale sostanza infatti riduce la necessità di assumere farmaci concomitanti come ulteriori stabilizzatori dell’umore e ansiolitici, riducendo anche la tendenza a sfogare il malessere con forme di disturbi associati quali tossicodipendenza ed alcolismo. Inoltre è una sostanza ben tollerata e di cui il paziente tende a mantenere nel tempo l’assunzione senza sgradevoli effetto di rifiuto.

Durante l’incontro sono state inoltre discusse componenti che nel campo psichiatrico sono spesso secondarie rispetto alla cura, ma che gli psicologi sanno essere fondamentali nella cura e nella motivazione del malato. Il modo in cui la prescrizione è effettuata e l’attento ascolto di motivazioni e malesseri della persona contribuiscono alla creazione di un clima di fiducia e collaborativi tra medico e paziente, permette una maggiore responsabilità da parte dell’utente e migliora anche la prescrizione, fornendo indici di anamnesi molto precisi.

Foto by Adam Gault

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