martedì 24 aprile 2007

LA RADIO COME TERAPIA

Per i pazienti psichiatrici lavorare in una radio permette di sentirsi meno soli e di confrontarsi con i disagi altrui. L’idea di un emittente dedicata nasce già negli anni ottanta, ma la svolta viene con la nascita di Radio La Colifata in Argentina nel 1991. E’ proprio questa emittente ad organizzare un incontro per tutte le radio sui generis dal 29 maggio al 2 giugno a Buenos Aires. Di seguito le storie delle esperienze italiane.

Nel 1984 al Centro di igiene mentale dell’ospedale di Trieste nasce Radio Fragola, secondo i ricordi in modo nascosto e con strumenti di fortuna. Adesso si tratta di un’istituzione riconosciuta cui collaborano fianco a fianco pazienti e medici. Le sponsorizzazioni sono poche ma i paienti vengono comunque pagati con borse di lavoro e la radio è in gran parte autofinanziata dagli ascoltatori e dalle famiglie dei pazienti. Non si parla di sola salute menatle ma anche di attualità cittadina.

La trasmissione “Il Pillolone” è uno degli appuntamenti più seguiti, curato dal Dipartimento di Salute mentale. Non a caso infatti un appuntamento analogo si ritrova anche su Rete 180, con il nome “Pillole”.

Rete 180 nasce nel 2003 presso il Centro Psicosociale di Mantova e rimanda con il suo nome alla legge 180 di Basaglia che indicava la chiusura dei manicomi.
Si occupa di tutti i problemi di chi soffre di disagi mentali, in particolar modo mira a favorire una risocializzazione dei pazienti che, persa la sede del manicomio, non sono stati però adeguatamente reintegrati nel circuito sociale. Oltre a trasmissioni specialistiche si occupa, come la radio triestina, di attualità e ha di recente promosso anche un blog, pr potenziare le opportunità di relazione e contatto tra i malati.

Si vede come internet abbia potuto aumentare le possibilità anche per chi un tempo non aveva voce alcuna in capitolo, ed era anzi emarginato dalla società. Allo stesso tempo, a parere dell’autrice, queste esperienze pionieristiche meritano maggiore pubblicità e non devono restare nicchia per i semplici interessati. Si tratta di un’occasione per tutti di riflettere sul tema delle malattie mentali, per eliminare le barriere di diffida ed avvicinarsi a questo mondo con curiosità e rispetto.

Internet, oltre all’ascolto in streaming ha anche permesso la creazione di siti di informazione psichiatrica, come quello legato al Telefono Viola per la segnalazione di abusi e la ricerca di cure alternative e Nopazzia, nato a Roma nel 1999 da ex pazienti psichiatrici. Anche in America si ritrovano esperienze simili, come quella del Mind Freedom International. Senza entrare qui nell’attuale dibattito sulla psichiatria, vista come bestia nera che pare non aver prodotto nulla di buono, questi siti sono importanti per il fatto di essere nati spontaneamente e con la volontà non tanto polemica, quanto di connettere chi si trova in situazioni difficili e non riesce ad essere pienamente capito se non da chi abbia vissuto esperienze simili alle sue. Un peer-to-peer molto originale che potrebbe rivoluzionare la classica idea dei gruppi di auto-mutuo aiuto, grazie anche all’implementazione dell’interattività offerta dal Web 2.0.

Foto by Ross Murray

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