martedì 6 marzo 2007

CONOSCERSI BENE AUMENTA IL RISCHIO DELLA DISCOMUNICAZIONE

Una ricerca condotta dall’Università di Chicago e pubblicata su Cognitive Science si muove controcorrente rispetto alle assunzioni sulla comunicazione. Invece di migliorare la competenza cognitiva diminuisce quando ci si trova di fronte a partner ben conosciuti, che non abbiamo necessità di analizzare nel profondo dato che ci fidiamo. Alcuni importanti segnali verrebbero così bypassati, portando a conclusioni erronee e esiti differenti da quelli attesi.

In breve, se conosciamo bene una persona, tendiamo ad attribuirle un numero maggiore di conoscenze condivise con noi e tendiamo a comunicare utilizzando frasi più brevi e ambigue. Tale processo è particolarmente evidente quando si vogliono comunicare informazioni nuove, di cui il ricevente non è a conoscenza.

L’esperimento condotto da B. Keysar e colleghi prevedeva di assegnare ai soggetti un numero ineguale di informazioni su di una serie di figure, contraddistinte da un nome e da un numero. Si è potuto osservare che il maggiore scambio di informazioni a livello quantitativo avveniva tra partner che già si conoscevano, ma che era necessario un doppio numero di chiarimenti tra loro rispetto a coppie di “sconosciuti”. Non solo, per descrivere una figura all’altro che non la conosceva, veniva usato più spesso il nome della forma, dando per scontato che l’interlocutore la conoscesse.

Questi risultati vanno contro le precedenti teoriche affermano come la comunicazione migliori in quantità e qualità proprio all’aumentare della conoscenza reciproca. Se da un lato la familiarità porta a messaggi più stringati, dall’altro i partner dovrebbero avere dalla loro una maggiore capacità di decodifica, essendo abituati a decifrare i segnali, ormai familiari, dell’altro. Resta da vedere se tra queste due facce della medesima medaglia, una possa prevalere sull’altra.
foto by LaCommendaTrecento's

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