Uno speciale nucleo cerebrale è deputato alla comprensione delle ingiustizie. E’ quanto emerge dalle ricerche di Ernst Fehr, condotte presso l’Istituto delle ricerche empiriche in economia di Zurigo.
Ernst Fehr, che si occupa di ricerche sulle basi neurologiche delle regole sociali, ha individuato uno specifico gruppo di neuroni che spinge a punire il malfattore. Tale nucleo neuronale si trova nella corteccia dorsolaterale prefrontale, che si trova all’interno dei lobi frontali e che è stata definita per la sua attività “centro della giustizia”.
I soggetti coinvolti nella ricerca erano invitati a partecipare al “gioco dell’ultimatum”. Uno dei due partecipati doveva decidere come suddividere 20 dollari tra sè e l’altro partecipante. Il ricevente poteva scegliere di rifiutare la cifra destinatagli se la riteneva ingiustamente bassa.
Durante l’esperimento, Fehr attraverso impulsi magnetici, bloccava il “centro della giustizia”. E’ così riuscito a rilevare che senza la sua attività, i soggetti erano spinti ad accettare qualsiasi cifra, anche se molto bassa. Erano dunque spinti da un impulso egoistico, perdendo la capacità di comprendere le ingiustizie.
Fehr sottolinea dunque la naturale predisposizione alla giustizia, che prevale anche sull’egoismo. La ricerca ha però anche importanti conseguenze per quanto riguarda i più giovani. La regione cerebrale implicata nella percezione della giustizia è una delle ultime a maturare. Per un’adolescente è molto più difficile adattarsi alle regole sociali di quanto non lo sia per un adulto, a causa dell’immaturità del “centro della giustizia”. Questa zona è infatti una delle ultime a maturare nel cervello e raggiunge completa maturità solo verso i 20-22 anni.
Ernst Fehr, che si occupa di ricerche sulle basi neurologiche delle regole sociali, ha individuato uno specifico gruppo di neuroni che spinge a punire il malfattore. Tale nucleo neuronale si trova nella corteccia dorsolaterale prefrontale, che si trova all’interno dei lobi frontali e che è stata definita per la sua attività “centro della giustizia”.
I soggetti coinvolti nella ricerca erano invitati a partecipare al “gioco dell’ultimatum”. Uno dei due partecipati doveva decidere come suddividere 20 dollari tra sè e l’altro partecipante. Il ricevente poteva scegliere di rifiutare la cifra destinatagli se la riteneva ingiustamente bassa.
Durante l’esperimento, Fehr attraverso impulsi magnetici, bloccava il “centro della giustizia”. E’ così riuscito a rilevare che senza la sua attività, i soggetti erano spinti ad accettare qualsiasi cifra, anche se molto bassa. Erano dunque spinti da un impulso egoistico, perdendo la capacità di comprendere le ingiustizie.
Fehr sottolinea dunque la naturale predisposizione alla giustizia, che prevale anche sull’egoismo. La ricerca ha però anche importanti conseguenze per quanto riguarda i più giovani. La regione cerebrale implicata nella percezione della giustizia è una delle ultime a maturare. Per un’adolescente è molto più difficile adattarsi alle regole sociali di quanto non lo sia per un adulto, a causa dell’immaturità del “centro della giustizia”. Questa zona è infatti una delle ultime a maturare nel cervello e raggiunge completa maturità solo verso i 20-22 anni.
foto by palladipelo 75
Good for people to know.
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