sabato 23 dicembre 2006

L’UMORE INFLUENZA CREATIVITA’ E CONCENTRAZIONE

Adam Anderson, docente di Psicologia presso l’università americana di Toronto, ha pubblicato su “Pnas” una ricerca volta ad individuare l’influenza dell’umore sulle capacità cognitive. Lo studio mostra come l’umore positivo favorisca la creatività, mentre lo stato d’animo negativo correli positivamente con l’aumento di concentrazione.

Il test è stato condotto somministrando a 24 studenti due compiti cognitivi: uno consisteva nel ricercare insolite associazionidi parole, mentre l’altro, di tipo visivo, serviva per verificare la concentrazione in presenza di elementi distraenti. L’umore dei soggetti viene influenzato tramite l’ascolto di tre brani musicali; neutro (lettura di dati demografici del Canada), allegro (Terzo Concerto brandeburghese di Bach) e triste (“Alexander Nevsky” di Prokofiev). Inoltre veniva loro esplicitamente chiesto di pensare ad eventi neutri, felici o spiacevoli e di riferire il loro stato edenico attuale.

I risultati mostrano che l’umore positivo aumenta le performance creative perchè produce un allargamento del campo attentivo. Un meccanismo che conferma come per la soluzione di un problema sia importante anche distrarsi e trovare così nuove associazioni. L’incubazione di un’idea funziona allo stesso modo e spiega come mai proprio dopo aver abbandonato i tentativi di soluzione, la risposta compaia spontaneamente alla mente. Questa attenzione estesa interferisce però con la capacità di concentrazione, che risulta invece migliorata da un umore maggiormente disforico.

Variare l’umore delle persone nei contesti reali non è sempre possibile, ma nei casi in cui il clima possa essere modificato, in un senso o nell’altro, i suggerimenti forniti sono utilmente applicabili.
Resta, a parere dell’autrice, un quesito etico: è giusto agire su soggetti inconsapevoli in modo da spingerli ad essere più creativi o più concentrati?
Si tratta certo di capacità positive e desiderabili, ma anche a scapito di un umore peggiore?
Certo è che si tratta solamente di una blanda correlazione e che in alcun modo esiste un nesso causale cogente.
foto by umanita_nova

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