sabato 16 dicembre 2006

L'AUTISMO TRA GENI E AMBIENTE: LA RICERCA CONTINUA

Abbiamo già parlato delle basi neurologiche dell'autismo, vogliamo ora presentare dati nuovi forniti da importanti centri di ricerca che possono aprire a ulteriori nuove prospettive e permettere non solo l'idividuazione, ma anche la cura tempestiva, nonchè il tenere sotto controllo i fattori di rischio individuati.

L'Autism Research Centre of Excellence dell'Università di Boston ha presentato durante un meeting sull'argomento dati notevoli: i soggetti autistici presentano anomalie nei geni e nell'anatomia cerebrale. Questi dati sono stati ottenuti sia tramite test intellettivi che evidenziano carenze funzionali; sia tramite esami clinici; che, infine, tramite analisi su autopsie.


La linea di ricerca è doppia: da un lato individuare i fattori ambientali di rischio (carenze genitoriali, ma anche fisiche dell'ambito di accudimento), dall'altro proseguire con la ricerca, approfondendo il ruolo dei neuropeptidi, per ora individuati come le proteine maggiormente coinvolte.


Anche il M.I.N.D. Institute in California presenta evidenze analoghe, e oltre: se sono i geni i responsabili della malattia, e se questi producoono proteine, è allora possibile rintracciarne la presenza nel sangue. L'obiettivo ambizioso è di individuare le probabili concentrazioni già alla nascita del soggetto, in modo da prevedere un sistema che integri e faccia fronte alle carenze cui il neonato andrà incontro. Carenze genetiche, ma anche a livello del sistema immunitario, e dell'ambiente.

Variabili difficili da controllare ma non impossibili.

Non più dell'individuazione di un "biomarker" (marcatore anatomico, nella definizione di David Amaral) dell'autismo.

foto by cippetta

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